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Lo slogan della campagna elettorale scelto da Slc per il rinnovo dei rappresentanti sindacali unitari e per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza è preciso ed evocativo: “Cambiare il presente. Costruire il futuro”. Nicola Di Ceglie, segretario nazionale della Slc Cgil, illustra il senso di queste parole d’ordine e l’impegno che i candidati e le candidate offrono ai lavoratori e alle lavoratrici chiedendo il voto.
Perché date tanto valore all’appuntamento del 28 e 29 marzo prossimo?
Si torna alle “urne” dopo 12 anni, e già questo fa capire l'importanza dell'appuntamento. Un periodo lungo nel quale Poste Italiane ha cambiato pelle completamente. Oggi si sta avviando a un'ulteriore riorganizzazione dovuta alla transizione digitale e alle nuove tecnologie. Questa scadenza elettorale, quindi, è importante perché coincide con un rilancio dell’azienda e lavoratori e sindacato vogliono essere protagonisti. Le Rsu che verranno elette saranno nuove e giovani, e avranno una responsabilità nuova e grande: contrattare il cambiamento, l’innovazione e la riorganizzazione.
Dodici anni tra una tornata elettorale e l’altra, perché?
Prima l'aggiornamento del Testo Unico, poi i congressi, infine la pandemia. E forse è mancata anche la volontà di andare al voto, qualche volta la democrazia un po’ spaventa. Siamo stati noi, la Slc Cgil, a spingere affinché si tornasse a votare, ma il regolamento interno rende impossibile il rinnovo se le organizzazioni sindacali, insieme, non lo vogliono. In ogni caso, meglio tardi che mai.
Quali i tempi e gli impegni al centro della campagna elettorale?
Al centro della piattaforma elettorale ci sono una serie di impegni che offriamo ai lavoratori e alle lavoratrici chiedendo loro di votare i nostri candidati. Innanzitutto, la partecipazione in azienda. Poste ha la tendenza a non coinvolgere il sindacato sui grandi temi. Noi chiediamo una maggiore partecipazione del sindacato alla cabina di regia e alle strategie aziendali. E poi, pensiamo che i nuovi Rsu/Rls dovranno garantire una presenza costante nei luoghi di lavoro, per rappresentare la voce dei lavoratori e tutelarne i diritti, con autonomia e trasparenza. In secondo luogo, proprio pensando alla riorganizzazione aziendale, pensiamo che occorra investire di più nelle politiche attive per evitare l’abuso di trasferte e distacchi, dare certezze rispetto all’orario di lavoro. Inoltre, fortissimo sarà il nostro impegno nel contrastare le pressioni sempre più forti in tutti i settori.
E poi, al centro, anche salute e sicurezza...
Si questa è una questione a cui teniamo molto e sarà il nostro cruccio quotidiano. L’elezione dei nuovi Rls deve essere l’occasione per costruire insieme migliori condizioni di lavoro e sicurezza per tutti i lavoratori e le lavoratrici, a partire dai risultati dell’indagine svolta da noi e dall’Inca sullo stress e sulle malattie professionali.
C’è anche la sfida, che presto si presenterà, del rinnovo del contratto.
Il contratto scade il prossimo 31 dicembre. Noi ci impegniamo a presentare la piattaforma per il rinnovo entro giugno, una piattaforma che avrà al centro un aumento del salario adeguato all’inflazione e che dunque vada molto al di sopra del patto per la fabbrica e dell’Ipca. Contemporaneamente, siamo convinti, sia arrivato il momento di porre la questione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per creare nuova occupazione e migliorare le condizioni di vita del le lavoratrici e dei lavoratori. Se non lo si fa in Poste che è un’azienda iperattiva dal punto di vista economico, non capisco dove si possa farlo. Così come vogliamo migliorare la parte normativa che riguarda il congedo parentale e introdurre quello mestruale. Chiediamo, poi, di arrivare a un contratto di settore che regolamenti l’ultimo miglio di consegna, così da evitare un dumping economico molto diffuso nel settore della logistica. Pensiamo che Poste debba avere l’ambizione di diventare leader della logistica e ha tutti gli strumenti per farlo: sarebbe utile in un settore assai “frequentato” dalla criminalità organizzata.