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“È di questi giorni il provvedimento della Regione Lazio per il pagamento diretto alle aziende per il ‘Benessere animale’, una misura giusta ma nella quale ci avrebbe fatto piacere trovare un riferimento anche a chi lavora, al benessere di lavoratrici e lavoratori che devono avere il diritto a contratti, tutele, lavoro sicuro e dignitoso. Crediamo che non debba essere tralasciata nessuna occasione per mettere al centro il lavoro dignitoso e i diritti di chi lavora; per questo chiediamo che bandi, finanziamenti, misure meritorie di sostengono al settore agricolo e dell’allevamento, contengano elementi di tutela che guardino alle persone che lavorano”. Lo dichiara Stefano Morea, segretario generale della Flai Cgil Roma e Lazio.
“Nella nostra regione le criticità ci sono e anche i dati diffusi dall’Ispettorato nazionale del lavoro su accertamenti e verifiche condotte nel corso del 2023 nel settore agricolo fanno emergere una fotografia impietosa da un lato sul numero dei controlli ma anche dagli esiti degli stessi nella Regione Lazio. Su 8.222 ispezioni e totale accessi per settore produttivo, 222 riguardano il settore agricolo. All’interno di questo esiguo numero di ispezioni, registriamo un tasso di irregolarità del 64,5%. Inoltre, su 785 lavoratori le violazioni riscontrate sono ben 608 per casi di caporalato/sfruttamento, 61 lavoro nero, 34 salute e sicurezza, 17 di intermediazione, 33 violazioni penali, 72 violazioni amministrative e 3 per lavoratori extra comunitari privi di permesso di soggiorno”.
“I numeri dell’Ispettorato – prosegue Morea – ci dicono che c’è tanto da fare in tema di controlli e tanto anche sulla prevenzione di fenomeni gravi quali lo sfruttamento e il caporalato, la salute e sicurezza, che aggrediscono da troppo tempo il settore agricolo. Da un lato la probabilità di subire un controllo è talmente bassa da far ‘correre il rischio’ a imprenditori spregiudicati; dall’altro i numeri confermano – forse con qualcosa al ribasso – quello che quotidianamente vediamo e ascoltiamo dai lavoratori che andiamo a incontrare fuori dai campi o dalle loro abitazioni: cioè un settore che supera il 60% di irregolarità e il preoccupante numero di 669 tra violazioni per caporalato, sfruttamento e lavoro nero sul totale di 785”.
“Dobbiamo fare molto – prosegue Morea –, le istituzioni devono fare la propria parte, a livello nazionale e regionale. È necessario far funzionare a pieno regime le norme e le leggi esistenti, penso alla 199/2016 per quanto riguarda la prevenzione e l’azione concreta che possono fare le Sezioni della rete del lavoro agricolo di qualità. Un punto critico per il quale evidenziamo da un lato la difficoltà di azioni incisive in quelle già attive sul territorio laziale, dall’altro denunciamo con forza la mancata istituzione della Sezione su Roma, che chiediamo ormai da anni”.
“Controlli, molto più degli attuali, e prevenzione – conclude Morea – devono essere gli obiettivi da perseguire per garantire un lavoro dignitoso e dare reale valore a un settore fondamentale come quello agricolo”.