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Sinayogo Boubakar, detto Biggie, ha il fisico imponente. Per questo lo chiamano così. È un giovane ragazzo maliano. È un bracciante che vive nel Ghetto di Rignano, a Foggia. È uno che sogna un futuro migliore, è anche uno che ha deciso di iscriversi al sindacato per provare a uscire dalla schiavitù del lavoro nero. "Un lavoratore di questa terra - dicono alla Flai Cgil di Foggia - come lo sono tutti i lavoratori che vivono in quel ghetto".
Ma Sinayogo è finito in ospedale, vittima di un agguato insieme ad altri suoi due compagni. Erano in auto quando un suv li ha affiancati. Poi i colpi di fucile che hanno infranto il finestrino della loro Opel. Un assalto seguito da una fuga. Una chiara minaccia che per il sindacato va letta come una ritorsione "per quanto accaduto nei giorni scorsi quando alcuni facinorosi hanno tentato di rubare il carburante".
Sono stati proprio gli abitanti del ghetto in quell'occasione a fermare i delinquenti e a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine. ieri notte l'aggressione a mano armata. "Chiediamo al Prefetto - fa sapere la Flai Cgil - la convocazione urgente di un tavolo con le parti sociali per affrontare in modo deciso il superamento degli insediamenti spontanei, più volte abbiamo denunciato che quei non luoghi non sono degni di un paese civile. Ancora una volta sono stati aggrediti lavoratori migranti che vivono ai margini, intervenire adesso è necessario".