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Siglato l’accordo sindacale nella vertenza della multinazionale coreana Sk Hynix. Venerdì 31 marzo il colosso mondiale dei semiconduttori aveva annunciato la messa in liquidazione e la chiusura del centro di ricerca e sviluppo italiano ed europeo di Agrate Brianza (Monza), con la contestuale apertura della procedura di licenziamento collettivo per 39 lavoratori, in larga parte ingegneri con elevata qualificazione, esperti nelle memorie Flash Nand (un tipo di memoria non volatile, ampiamente utilizzata nei dispositivi elettronici di maggiore consumo).
Martedì 27 giugno, dopo tre mesi di trattative (e uno sciopero il 18 aprile scorso), si è arrivati a un accordo. “L’intesa – spiegano Matteo Moretti (segretario generale Filcams Cgil Monza Brianza) e Ruggero Gariboldi (Filcams Cgil Monza Brianza) - prevede la possibilità di uscita solo ed esclusivamente tramite l’adesione volontaria dei lavoratori, che riceveranno un’incentivazione economica all’esodo in proporzione della maggiore anzianità aziendale e di altri fattori che determinano maggiori difficoltà nella ricollocazione, come l’anzianità anagrafica e il genere femminile”.
Oltre all’incentivazione, la Filcams ha contrattato un servizio di supporto alla ricollocazione, con costi a carico dell’azienda. Gli esuberi, intanto, si sono ridotti da 39 a 28, poiché 11 ingegneri si sono già ricollocati presso altre aziende del territorio. Dei rimanenti 28, dunque, 16 verranno assunti da STMicroelectronics (multinazionale italo-francese che in Brianza già impiega 4.500 lavoratori), cinque hanno trovato altre ricollocazioni e sette sono alla ricerca di occupazione.
Le motivazioni della chiusura
Sk Hynix è il secondo produttore mondiale di chip per memorie e sesto di semiconduttori, con un fatturato 2022 di 34 miliardi di dollari e un utile netto di 1,7 miliardi di dollari. Le motivazioni, secondo quanto riportato dai sindacati al termine dell’incontro del 31 marzo scorso, sarebbero legate al “divario tecnologico tra la società italiana e la casa madre coreana, nonché l'impercorribilità di un trasferimento di tecnologia determinato dalla necessità d'ingenti investimenti e dai divieti della normativa nazionale coreana”.
Una spiegazione contestata dalla Filcams Cgil. “Le motivazioni comunicate per la chiusura e i licenziamenti sono molto contraddittorie, poiché il centro di ricerca italiano ha sempre raggiunto gli obiettivi e gli sviluppatori i prodotti, conseguendo i migliori risultati”, spiegava il sindacato: “Sono state anche riconosciute dalla casa madre onorificenze ai ricercatori italiani per l’eccezionale contributo al successo della compagnia coreana”.
La Filcams, infine, rilevava che “è attiva una joint venture tra Intel e Sk Hynix sulla tecnologia delle memorie 'Nand', e che è in via d'implementazione un centro di ricerca e sviluppo a Roma, attualmente di proprietà di Intel, che fa parte degli asset sulla tecnologia Nand che verranno ceduti a Sk Hynix nel corso del 2025”.
La posizione della Filcams Cgil
“Abbiamo registrato fin dall’inizio della negoziazione sindacale un elevato livello di partecipazione e impegno da parte dei lavoratori, sicuramente questo ha fatto la differenza”, commentano Moretti e Gariboldi: “Vogliamo ringraziare per l’attenzione e il supporto anche tutti i livelli istituzionali coinvolti, come il sindaco di Agrate, il presidente della provincia di Monza e Brianza, la giunta e il Consiglio regionale della Lombardia, in particolare gli assessori allo Sviluppo economico Guido Guidesi e al Lavoro Simona Tironi, per i tentativi diplomatici effettuati nell’interesse dei lavoratori e del territorio”.
La Filcams Cgil, però, non nasconde “l’amarezza per il mancato raggiungimento dell’obiettivo pieno della ricollocazione di tutti i 39 ricercatori che, attraverso l’iniziativa di partecipazione e mobilitazione, era stata proposta dalla delegazione sindacale alle aziende del territorio, in particolare a STMicroelectronics, che aveva mostrato interesse e disponibilità ad acquisire professionalità e asset. Proposta che si è scontrata con l’indisponibilità dell’azienda coreana”.
I dirigenti Filcams ritengono “urgente attivare nuovi strumenti normativi a tutela dei lavoratori e dei territori che sono vittima delle decisioni delle multinazionali, che non tengono in considerazione gli obblighi di responsabilità sociale stabiliti dall’articolo 41 della nostra Costituzione. È necessaria una politica industriale che sappia attrarre investimenti e stabilisca relazioni sane di confronto tra istituzioni, aziende e rappresentanti dei lavoratori, per sostenere un’occupazione di qualità in settori strategici come quello della microelettronica”.
Gli impegni della Regione Lombardia
“Nonostante il rammarico per la chiusura dello stabilimento brianzolo, siamo orgogliosi del risultato raggiunto anche grazie alla costante attività di mediazione svolta dalle funzioni regionali competenti”, argomenta l'assessore regionale al Lavoro Simona Tironi, confermando “la piena disponibilità della Regione, attraverso i Centri per l'impiego e Afol Monza Brianza, nel sostenere i lavoratori con gli strumenti e le misure di politica attiva del lavoro disponibili, in particolare il programma Gol, affinché tutti tornino al lavoro al più presto”.
L’assessore Tironi così conclude: “La Regione, attraverso le competenti Direzioni Lavoro e Sviluppo economico, segue con attenzione le dinamiche e gli sviluppi di un settore chiave per l'economia lombarda e nazionale quale quello della microelettronica e della produzione di semiconduttori. Il confronto proseguirà con le varie aziende del territorio, al fine di promuovere la ricollocazione dei lavoratori Sk Hynix e non disperderne le importanti professionalità”.