Accordo raggiunto alla Berco di Copparo (Ferrara). I 400 esuberi restano, ma saranno volontari e incentivati. Questo il contenuto dell’intesa siglata il 25 novembre scorso tra azienda e sindacati presso la sede romana del ministero delle Imprese. Il 17 ottobre la multinazionale del gruppo ThyssenKrupp aveva avviato la procedura di licenziamento collettivo per gli addetti dello stabilimento emiliano, dove si producono sottocarri per macchine movimento terra cingolate.

Berco: i contenuti dell’accordo

La società metterà a disposizione dei lavoratori dell’impianto ferrarese, individuati nel numero massimo di 400 (su 1.235 complessivi), un pacchetto di “misure utili a superare le conseguenza sociali dei licenziamenti” così strutturato: incentivazione economica (comprensiva del preavviso) e, su richiesta del dipendente, percorsi di outplacement.

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Berco si impegna, a fronte della manifestazione irrevocabile da parte del lavoratore, a corrispondere un’incentivazione economica lorda pari a 57 mila euro. Gli addetti che vorranno aderire all’offerta dovranno comunicarlo alla società entro il 16 gennaio 2025. Dovranno anche firmare un verbale di conciliazione con cui “rinunciano a ogni rivendicazione nei confronti della società per il pregresso rapporto di lavoro”.

La multinazionale, inoltre, metterà a disposizione dei lavoratori che lo richiederanno un servizio di outplacement, i cui costi andranno però decurtati dall’incentivo. Berco si impegna anche “ad avviare un confronto con le imprese del territorio finalizzato a consentire alle risorse uscenti dalla società di reperire una nuova occupazione nell’ambito regionale”.

Sindacati: “La vicenda Berco non è conclusa”

L’obiettivo di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil era “confermare che l’azienda rinunciasse ai licenziamenti unilaterali ottenendo così un periodo di gestione nel quale i licenziamenti, che sono previsti unicamente per il sito di Copparo, potranno essere effettuati su base volontaria (principio della non opposizione) e a fronte di un riconoscimento economico di 57 mila euro a lavoratore, comprensivi del periodo di preavviso”.

Nel corso dell’incontro al ministero i sindacati hanno ribadito “la loro contrarietà alla disdetta dell’accordo integrativo aziendale e pertanto, da subito ed entro il 15 gennaio, si avvierà un tavolo di confronto per salvaguardare il salario dei lavoratori e affrontare le prospettive future del gruppo. Qualora questo non dovesse portare risultati, agiremo in base a quanto la normativa vigente ci dà come possibilità”.

Le tre sigle metalmeccaniche così terminano: “Non riteniamo conclusa la vicenda Berco. Siamo ancora più convinti che serva, nelle fasi future, il supporto di tutti i lavoratori per rivendicare la dignità del lavoro all’interno del gruppo”.