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Con il costante e drammatico aumento dei contagi da Covid 19, crescono anche le denunce di infortuni legate alla pandemia. Accade in Abruzzo, dove il trend era già in crescita a ottobre, con un più 34% rispetto ai mesi precedenti, ma che ha fatto rilevare un'impennata a novembre con i casi più che raddoppiati (+74%) per un totale di quasi 1.500 casi. la provincia più colpita è Chieti, con 417 infortuni Covid. Rispetto alla divisione per settori, i numeri testimoniano quanto più esposti al rischio gli operatori della sanità, dai quali arrivano tre denunce su quattro, seguiti dal mondo del terziario e dei servizi. Colpisce poi, sebbene l'occupazione femminile sia inferiore rispetto a quella maschile, che ad essere contagiate maggiormente siano le donne, con il 66,5% dei casi.
"Dati che, seppur elevati - affermano Carmine Ranieri e Mirco D'Ignazio, segretario generale Cgil Abruzzo Molise e coordinatore Inca Cgil Abruzzo e Molise -, celano comunque un alto numero di lavoratori e lavoratrici che, nonostante abbiano contratto il Coronavirus sul posto di lavoro, non hanno attivato la pratica Inail, ma si sono limitati a comunicare la 'semplice' malattia Inps, precludendosi il diritto ad avere il giusto riconoscimento economico e di ottenere il giusto risarcimento qualora, malauguratamente, Il virus dovesse lasciare postumi. Le strutture Cgil, a partire dall'Inca, continuano ad essere a disposizione dei lavoratori, sia per le azioni di riconoscimento dei propri diritti, che per far sì che le aziende, partendo da una corretta contrattazione, adottino tutte le precauzioni affinchè si riduca il più possibile il rischio contagio e non si debbano continuare a contare lavoratori e lavoratrici che si ammalano semplicemente svolgendo la propria attività".