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Solo nel periodo compreso tra compreso tra il 25 febbraio e il 12 aprile nella provincia di Monza e Brianza ci sono stati cinque infortuni mortali. E, nella stessa provincia, nel 2018 sono state registrate sette morti bianche. Per questo, per denunciare con forza che non c’è stata alcuna inversione di tendenza venerdì 7 giugno Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza hanno organizzato una marcia dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (gli Rls). Il ritrovo è alle 9 davanti alla sede Inail di Monza, in viale Ugo Foscolo. Il corteo toccherà via Mentana, via Turati, Largo Mazzini, Via Manzoni, Via Zucchi, per giungere, infine, alla sede della Prefettura di Monza, in via Carlo Prina. La partecipazione alla marcia è aperta a tutti.
L’iniziativa unitaria è l’ultima di una lunga serie che i sindacati hanno indetto nel corso del 2019. “Purtroppo – affermano i sindacati – il tema delle morti sul lavoro è sempre di attualità. La situazione, dunque, non accenna a migliorare. Anzi, si va nella direzione opposta”.
“I tragici episodi che hanno aperto questo 2019 brianzolo non sono certamente stati dimenticati, ecco perché non ci stancheremo mai di alzare il livello di guardia su sicurezza e salute sui luoghi di lavoro”, spiega Giulio Fossati, segretario della Cgil di Monza e Brianza: “Gli Rls sono i nostri rappresentanti, eletti dalle lavoratrici e dai lavoratori, e sono la rete più diffusa che possiamo realizzare per migliorare le condizioni del lavoro e per elaborare, con i datori di lavoro, strumenti di prevenzione e controllo. Gli Rls sono una rete efficace per collaborare con gli enti ispettivi e gli organi di controllo per rendere effettiva la sicurezza”.
Eppure quella degli Rls è una figura spesso marginalizzata. Secondo lo studio “Impact Rls”, condotto dal Politecnico di Milano nel 2017, “a dieci anni dal decreto 81, mancanza di informazione, partecipazione e coinvolgimento sono le difficoltà che si trova di fronte l’Rls, rendendolo spesso una figura che non porta nessun contributo specifico”.
Per Giulio Fossati “l’insicurezza del lavoro continua a produrre i suoi risultati, rappresentandoci la vera faccia di un modello produttivo che deve evolvere per cambiare. Gli infortuni producono sofferenza alle famiglie, elevando i costi sociali e del lavoro”. Cgil, Cisl e Uil chiedono dunque prevenzione e controlli, maggiori investimenti nelle Agenzie tutela salute (Ats) e nell’Ispettorato nazionale del lavoro, e di incrementare le buone pratiche che l’Inail è in grado promuovere e divulgare.
Nelle scorse settimane l’Assemblea unitaria dei segretari generali e dei Delegati alla sicurezza di Cgil, Cisl e Uil ha elaborato la piattaforma territoriale “Sicurezza e salute sul lavoro: il lavoro è vita”. “Negli anni precedenti, l'andamento infortunistico ha indicato il nostro territorio come uno tra i più sicuri della Lombardia. Purtroppo, questi recenti episodi rappresentano il pericolo di un'inversione di rotta che ci impone di alzare la guardia e prendere le dovute precauzioni”, sottolinea il documento sindacale. L’andamento infortunistico è legato alle ore lavorate e un’eventuale ripresa economica rischia di produrre “effetti indesiderati”. Per questi motivi, i sindacati brianzoli vogliono essere protagonisti di una nuova stagione di sviluppo del territorio, “senza assistere a un nuovo aumento degli infortuni e a una diffusione di nuove malattie professionali”.
In tema di prevenzione, Cgil, Cisl e Uil ribadiscono come il decreto legislativo 81/2008 “rappresenti il primo strumento di riferimento, anche se tuttora necessita di diversi decreti attuativi per essere operativo. Molto si può comunque fare attraverso la contrattazione collettiva e tramite gli accordi di categoria”. Inoltre, le tre sigle ribadiscono come “insieme alle parti datoriali sia necessario coinvolgere i lavoratori per una maggiore consapevolezza dei rischi che corrono nelle aziende”.
I sindacati, infine, ritengono importante la collaborazione delle istituzioni: “Fondamentali sono, per esempio, gli accordi con i Comuni per i sopralluoghi dei responsabili dei lavoratori per la sicurezza territoriale nei cantieri. Alla Prefettura, infine, si chiede anche di avere un ruolo propositivo e che favorisca tali accordi per agevolare il lavoro degli enti ispettivi”