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“Abbiamo scelto di mettere al centro la ‘dignità’, perché quando il lavoro è ridotto a merce è disumanizzato. Il lavoro non dà, di per sé, dignità: sono necessari i diritti, come recita la nostra Costituzione, per essere fondamento della res publica”. Così Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil, presenta l’Assemblea nazionale che si tiene venerdì 22 settembre a Roma.
L’appuntamento è alle 10 in piazza del Popolo. “I metalmeccanici si riuniranno per dare lezioni di dignità”, prosegue De Palma: “Sarà un’assemblea nazionale di migliaia di delegate e delegati della Fiom, provenienti da tutta Italia, aperta ad associazioni, movimenti e diverse personalità. Ci saranno donne e uomini della società civile del nostro Paese che, con le loro pratiche, danno prova di dignità”.
L’Assemblea nazionale precede di pochi giorni la grande manifestazione nazionale La Via Maestra. Qual è il filo rosso che unisce questi due eventi così importanti?
Le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici della Fiom vogliono essere protagonisti del cambiamento, a partire dalle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali. Bisogna ridare al lavoro la dignità che in questi anni è stata negata da un modello finanziario e produttivo che vuole ridurre tutto a merce e a profitto. Vogliamo un mondo migliore che operi nella direzione della costruzione della transizione ecologica e solidale, della redistribuzione della ricchezza e della garanzia della buona occupazione.
Dopo la tragedia di Brandizzo, continua la scia di morti sul lavoro. Cosa fare?
Le parole non bastano più. Siamo arrivati a un livello di barbarie senza precedenti. C'è un problema di frammentazione della prestazione lavorativa, tra appalti, subappalti e cooperative, tutto con una corsa al ribasso a discapito della sicurezza. Bisogna fermarsi prima, quando non vengono rispettate le condizioni di salute e sicurezza. Chiediamo al governo di cancellare il subappalto a cascata, di investire in prevenzione con l’assunzione di nuovi ispettori del lavoro e di istituire la Procura nazionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Politica industriale inesistente, Pnrr fermo e rivisto al ribasso: quali le conseguenze per i settori che rappresentate?
Abbiamo scioperato unitariamente il 7 e il 10 luglio per risolvere le crisi industriali vecchie e nuove e per realizzare un piano industriale ed energetico che affronti la transizione con risorse pubbliche governative e private delle imprese. L’Europa, e in particolare l’Italia, scontano la mancanza di un piano di sostegno all'economia che renda il nostro sistema industriale forte e innovativo. È urgente l'apertura di una trattativa vera, insieme a Fim e Uilm, per riaffermare la centralità del lavoro metalmeccanico e per scongiurare il rischio di pesanti ricadute sociali.
Automotive: produzione e occupazione in calo costante, Stellantis sorda a ogni confronto, tavolo nazionale in stallo. Come si inverte questa tendenza?
Gli scioperi di questi mesi a Mirafiori e Pomigliano, e l'ultimo unitario che ha paralizzato Melfi, si sono resi necessari per la mancanza di soluzioni ai problemi. Lo abbiamo detto nel quartier generale di Stellantis a Poissy, e continuiamo a chiederlo ancora: è necessario aprire un confronto al fine di raggiungere un accordo quadro di settore per aumentare la produzione e rilanciare l’occupazione, anche nelle aziende della componentistica.
Cosa chiedete al governo?
Chiediamo ai ministeri competenti, Mimit e del Lavoro, un confronto per ottenere missioni produttive su tutti gli stabilimenti, che garantiscano la piena occupazione e la produzione di 1 milione di auto e 300 mila veicoli commerciali leggeri. Gli investimenti di risorse pubbliche devono essere condizionati all’occupazione, alla ricerca e sviluppo, e alla produzione. Riteniamo, infine, sia necessaria un'iniziativa unitaria per l'automotive nel nostro Paese.
Da anni si parla di un “piano nazionale per l’acciaio”, purtroppo mai messo a punto, mentre si rinvia ancora la decarbonizzazione dell’impianto di Taranto. Il futuro della siderurgia è sempre più in pericolo: cosa andrebbe fatto?
È tutto drammaticamente fermo, anzi peggio, perché gli incidenti si moltiplicano a Taranto, come a Genova e a Novi Ligure. Non c'è stata la risalita del capitale pubblico e non ci sono stati gli investimenti nell’ammodernamento degli impianti, mentre continua l’utilizzo della cassa integrazione in tutti gli stabilimenti del gruppo. Servono risorse urgenti per la manutenzione ordinaria degli impianti e per il rilancio dell'industria della siderurgia in Italia. Un Paese che non investe nell'acciaio non ha futuro industriale. La mancanza di manutenzioni sta mettendo a rischio il funzionamento degli impianti e la sicurezza dei lavoratori.
A breve si aprirà la stagione dei rinnovi contrattuali. Quali saranno le priorità indicate nelle vostre diverse piattaforme?
La contrattazione collettiva è la dignità del lavoro. La disintermediazione è contro la contrattazione collettiva. Ma i lavoratori hanno visto come abbiamo difeso il potere d'acquisto, l'occupazione, la stabilità con il contratto nazionale e la contrattazione aziendale. Ascolteremo le lavoratrici e i lavoratori per costruire la piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Le nostre priorità sono: aumentare il salario, ridurre l'orario di lavoro, rafforzare la salute e la sicurezza, stabilizzare i precari. Vogliamo un contratto collettivo di tutti e per tutti.