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Stellantis intende avviare l'ennesimo percorso di uscite incentivate. Saranno coinvolti gli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Enti centrali, Pratola Serra, Termoli e Cento, per un totale di circa 1.800 lavoratrici e lavoratori, di cui circa 900 solo negli enti centrali.
“Siamo a quasi 7 mila posti di lavoro persi dal 2021”, commenta il coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil Simone Marinelli: “Per queste ragioni abbiamo ribadito la nostra contrarietà a proseguire su questa strada in assenza di un piano che preveda la rigenerazione dell'occupazione”.
Nell’incontro che si è tenuto lunedì 27 febbraio l'azienda ha proposto, rispetto agli accordi precedenti, di “mantenere i trattamenti precedenti per chi raggiungesse la pensione nei successivi 48 mesi, per gli altri sono previste fasce secondo l'anzianità anagrafica, escludendo dagli accordi gli under 35”.
Per la Sevel si sta valutando, invece, il ricorso “al contratto di espansione con l'opportunità di accompagnare alla pensione chi potrà andarci entro i prossimi cinque anni”. Il contratto di espansione prevede, inoltre, l'obbligo di assumere nuovi lavoratori nella misura di un terzo di quelli che hanno aderito all'uscita incentivata, e un percorso di formazione per la riqualificazione.
“È preoccupante, poi, la situazione dello stabilimento della Vm di Cento, dove si è condiviso un percorso che ha bisogno però di essere sostenuto e monitorato anche dalle istituzioni”, prosegue Marinelli: “Stellantis continua per la strada della riduzione dell'occupazione senza prospettive future”.
Il coordinatore nazionale Fiom così conclude: “È necessario che il tavolo avviato dal ministro Urso lo scorso 14 dicembre diventi permanente. Stellantis deve dare risposte e garanzie, sul futuro dei propri stabilimenti, degli enti di staff e dell'indotto dove si stanno per aprire le prime gravi crisi industriali”.