"Sono tre anni e mezzo che è scaduto il contratto nazionale e non viene rinnovato". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo in piazza a Roma nel giorno dello sciopero del trasporto pubblico locale: "Al centro della giornata di oggi - dice - c'è la richiesta di riaprire il tavolo delle trattative e arrivare finalmente al rinnovo. È un settore strategico per la vita delle persone e per la vita delle nostre città".
Insieme a questo, aggiunge Landini, "stiamo chiedendo al governo un adeguato fondo nazionale dei trasporti, con l'obiettivo di ridisegnare un'idea di sviluppo sostenibile per l'intero settore". Uomini e donne che, come tanti altri, sono rimasti sempre in servizio nei mesi più duri de Covid, aggiunge il segretario: "I lavoratori che erano in prima linea durante la pandemia vanno retribuiti dignitosamente, in più bisogna fare assunzioni per rilanciare il comparto".
A parlare è anche il segretario generale della Filt, Stefano Malorgio: "I lavoratori sono in presidio a Roma per chiedere che il ministero intervenga sul rinnovo del contratto. Non si può immaginare di rilanciare la sostenibilità del Paese senza tenere conto del trasporto pubblico locale".
Lo sciopero di oggi è stato proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna: è stop nazionale per 24 ore di bus, tram e metropolitane. Il motivo della protesta è legato al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto da più di tre anni. “Rinnovare subito il contratto di lavoro degli autoferrotranvieri – scrivono le organizzazioni sindacali – significa avviare quanto prima una riforma dell'intero settore utile a pervenire all’aggregazione delle oltre 900 aziende esistenti e ad avere una rete di trasporto pubblico più efficiente, capillare ed affidabile”.