PHOTO
“In un settore dove l’attività ispettiva fa emergere un’incidenza di lavoro illegale vicina al 70 percento, dove sono radicati sottosalario, sfruttamento, caporalato, se qualcuno pensa cinicamente di sfruttare l’emergenza sanitaria per reintrodurre i voucher in agricoltura, rischia di lavorare per le organizzazioni criminali e deve sapere che troverà la nostra durissima opposizione”. È quanto affermano in una nota congiunta i segretari generali della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e della Flai Cgil Puglia, Antonio Gagliardi. Il sindacato nazionale si è già mosso in tal senso: i segretari generali di Cgil Cisl Uil – Landini, Barbagalllo e Furlan – e delle categorie nazionali – Mininni, Rota e Mantegazza – hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio Conte e alle ministre del Lavoro e dell’Agricoltura, Catalfo e Bellanova, per chiedere di intervenire “al fine di evitare che il governo, nel momento della conversione in legge del decreto Cura Italia o nella predisposizione del prossimo, modifichi in peggio la normativa attuale sui voucher in agricoltura. Scelte diverse ci porterebbero a dover assumere una posizione di forte contrapposizione con l’esecutivo”.
“Le organizzazioni datoriali agricole – commentano Gesmundo e Gagliardi – che chiedono di liberalizzare i voucher in agricoltura, anche con il sostegno di alcune forze politiche non solo di opposizione, lo fanno sulla base di un'esigenza strumentale, cioè quella di poter attirare lavoratori italiani nella prossima stagione delle grandi raccolte, per sostituire la mancanza di lavoratori dell’Est. Parlano anche di studenti e pensionati, o percettori di reddito, facendo finta di non conoscere la normativa”. Infatti le imprese agricole “possono già ricorrere a prestazioni occasionali di lavoro per titolari di pensione o giovani under 25 iscritti a un ciclo di studi. Allo stesso modo la norma vale per disoccupati e anche per percettori di sostegno al reddito, e si applica però solo per chi non ha più di 5 dipendenti. Per imprese di dimensioni maggiori il ritorno ai voucher così come li abbiamo conosciuti sarebbe uno spalancare ancor più le porte al lavoro nero e grigio, alla precarizzazione estrema, un modo per aggirare più facilmente l’applicazione del contratto collettivo anche alla luce dell’inasprimento delle sanzioni derivanti dalla legge 199/2016”.
Anche dalla Flai Cgil della Sicilia viene un netto no all’utilizzo dei voucher in agricoltura. “L’emergenza sanitaria - dice il segretario generale regionale del sindacato Cgil dell’agroindustria, Tonino Russo - non può essere un grimaldello per l’uso di strumenti che mortificano i diritti dei lavoratori mettendo a rischio anche, in questa situazione la loro sicurezza, rendendo il lavoro in agricoltura ancora più precario. Gli strumenti contrattuali per il lavoro stagionale - sottolinea Russo - esistono e sono quelli che vanno utilizzati”. La richiesta dei voucher viene in questi giorni dalle associazioni datoriali di settore, per sopperire anche alla carenza di manodopera straniera. “Si pensi piuttosto fare emergere il lavoro nero o irregolare - sottolinea Russo - a dare dignità all’occupazione del settore e ovviamente a garantire la piena attuazione delle norme anti-contagio”. Il segretario della Flai sottolinea che “ soprattutto in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo il rispetto delle regole e l’affermazione dei diritti sono fondamentali. Per venire a capo della crisi e per superarla - aggiunge - non servono scorciatoie sulla pelle dei lavoratori. Essere uniti significa partire dal rispetto reciproco in questo caso del lavoro e di chi lo compie”. La Flai Sicilia chiede all’assessorato regionale all’agricoltura di proseguire il dialogo e il confronto sul tema del lavoro agricolo di qualità, “cercando le soluzioni adatte ad affrontare questo straordinario e difficile periodo”.