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Il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, con una riunione in prefettura a Imperia, ha disposto lo sgombero urgente della tendopoli di migranti lungo gli argini del fiume Roya, a Ventimiglia. Il provvedimento sarà adottato a breve dal sindaco della città di confine. La decisione è stata motivata con la diminuzione dei flussi migratori e quindi delle presenze. Si tratta di migranti che percorrono la rotta balcanica e mediterranea, quindi arrivano dall’Africa come dall’Afghanistan, dalla Siria, dall’Iraq.
La Cgil di Imperia, impegnata nel supporto dei migranti al confine, spiega che i flussi possono cambiare rapidamente in relazione alle politiche di respingimento dalla parte della Francia. In questo momento le maglie si sono allargate, quindi si è passati dagli 80 respingimenti al giorno da parte francese a 10-12, motivo per il quale le persone riescono a passare la frontiera e la presenza di migranti a Ventimiglia diminuisce.
Ne è prova il numero di pasti distribuiti dalla Cgil, dalla Caritas e dalle altre associazioni: si è passati da circa 150 a 40. La riduzione dei numeri, tengono a precisare dalla Camera del lavoro di Imperia, non deriva minimamente dalle politiche securitarie millantate dal sindaco leghista, come invece l’amministrazione comunale vorrebbe fare credere, perché in realtà le politiche locali non riescono a influenzare le dinamiche. A regolare i flussi, invece, sono lo stato del mare, le condizioni meteorologiche e le disposizioni francesi sull’apertura della frontiera. Il confine in questo momento è maggiormente permeabile e il risultato è un numero di persone stanziali ridotto.
Circa un anno fa il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi si era recato a Ventimiglia, promettendo di fare un Punto di accoglienza diffusa che potesse ospitare circa 300 persone per dare una risposta umanitaria alle persone in transito ed era stato individuato un luogo, l'ex Ferrotel l'albergo dei ferrovieri in piazza della stazione. A un anno di distanza nulla è stato fatto e addirittura il minor flusso di queste settimane ha dato il pretesto a Lega e Forza Italia di rimettere in discussione la necessità del Pad, sostenendo che è inutile spendere 200 mila euro per fare un posto di accoglienza che non serve più.
Non viene però calcolato che rapidamente potrebbero cambiare le politiche francesi, normalmente determinate da questioni di opportunità e dal dibattito politico interno. Infatti, come sostiene la Cgil di Imperia, quando il governo francese ha bisogno di fare azioni eclatanti, chiude la frontiera, distoglie l'attenzione con questa operazione e risolve il dibattito interno scaricando il problema sull’Italia.
Per questo sarebbe opportuno avere un Pad pronto all’evenienza, per fare fronte a una necessità umanitaria alla quale oggi non si risponde. Le persone continuano infatti ad avere riparo nella tendopoli, dove, peraltro, in inverno la situazione è drammatica a causa delle basse temperature e le persone dormono per terra, sotto il ponte nei pressi della riva del fiume. Con l’ordinanza di sgombero i migranti si disperderanno sul territorio, con gli uomini che finiranno per dormire all’addiaccio e le donne e i bambini nelle strutture della Caritas.
Dalla Cgil si ricorda che dal 2015 in avanti si sono viste decine di sgomberi, con i migranti che prima spariscono, o gravitano nei pressi del cimitero dove si forniscono i pasti, e dopo qualche settimana ritornano nel luogo dove dormivano. C’è stata una parentesi durante la quale era stato istituito un campo d'accoglienza poi smantellato nel 2020. Questo è il motivo per il quale il sindacato chiedeva un Punto d’accoglienza diffuso, ma, ancora oggi, l’attivazione dell’ex-Ferrotel continua a rimanere solamente un’ipotesi e lo sgombero una certezza.