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Scritte con la vernice spray nera inneggianti al “duce” Benito Mussolini, messaggi omofobi, frasi contro i sindacati (“Fuori la Cgil”) sulle pareti e gli arredi, e una bandiera dell'Unione Europa gettata per terra. Così una dipendente dell'Università di Siena, delegata Rsu della Cgil, ha trovato la propria postazione di lavoro completamente imbrattata in un ufficio del Rettorato. Previsto per oggi (venerdì 15 aprile) un presidio davanti al Rettorato: l’appuntamento è alle ore 10 in Banchi di Sotto.
Il rettore Francesco Frati e il direttore generale Emanuele Fidora dell'Università di Siena hanno espresso “indignazione e condanna per il grave atto vandalico intimidatorio perpetrato nei confronti della collega”, provvedendo subito “a sporgere denuncia alle autorità competenti che in queste ore stanno conducendo i necessari accertamenti, anche attraverso la visione dei filmati delle telecamere di sicurezza. L'Università di Siena da sempre difende i valori della democrazia, dell'inclusione e del dialogo, e continuerà a farlo senza che vili gesti come questo possano indebolire il nostro impegno”.
“Un gravissimo e vile atto di matrice fascista, per di più perpetrato in spazi di democrazia come un luogo di lavoro, a pochi giorni da un momento di partecipazione come le elezioni Rsu, e l'Ateneo, culla di libertà e rispetto delle idee”. Questo il commento della segretaria generale della Cgil Toscana Dalida Angelini: “Di fronte a questi fatti, che rimandano a un passato buio che troppo spesso si fa ancora vivo, occorre una risposta forte e importante”. Angelini rileva che la Cgil spesso in questi anni è stata nel mirino di attacchi fascisti: sappiano che non ci faremo intimidire e che porteremo sempre avanti i valori della Resistenza, dell'inclusività e dell'antifascismo”.
La Camera del lavoro e la Flc Cgil di Siena descrivono “uno scenario d'incredibile violenza: un'intimidazione fascista e sessista nei confronti di una lavoratrice che ci riporta indietro agli anni più bui della storia d'Italia, quando la libera espressione e la democrazia erano vietate”. E sottolineano che questa violenza viene attuata “in uno dei due soli modi che i fascisti conoscono: lo squadrismo dieci contro uno o nel buio della notte. Questo grave episodio evidenzia quanto alle dichiarazioni debbano seguire i fatti”.
Il sindacato rimarca che “dopo l'assalto contro la Cgil a Roma, ‘gli antifascisti della domenica’ si erano impegnati a legiferare per lo scioglimento delle organizzazioni fasciste e neofasciste, mentre la Cgil, baluardo democratico e antifascista, continua a essere l'obbiettivo di questi vigliacchi in camicia nera”.
Quanto accaduto al Rettorato, in un ufficio pubblico, non solo “è una vile minaccia alla libera espressione democratica delle lavoratrici e dei lavoratori e un grave attacco alla Cgil e all'impegno di chi la rappresenta nella Rsu d'ateneo, ma è soprattutto un atto d'inaudita violenza verso una compagna impegnata in prima persona nel sindacato e nell'associazionismo in nome dei più alti valori sociali e contro le discriminazioni di genere e di razza”.
Per Cgil e Flc senesi l’università è “il luogo dove si misurano in modo democratico le idee, dove si coltiva lo studio e la libertà di pensiero, dove si allena il senso critico, dove i giovani e la cultura si incontrano e si formano le nuove generazioni. Proprio per questo l'azione violenta è ancora più grave, fatta anche in spregio a un bene storico e simbolico di un intero territorio, fiero della sua storia e vocato al futuro e al progresso”. E così concludono: “L'Università di Siena è democratica e antifascista, non accettiamo minacce né intimidazioni: fuori i fascisti dall'ateneo senese e dalla nostra città”.