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Meloni e i suoi accoliti vogliono affermare la propria egemonia culturale, non lo nascondono, lo hanno apertamente dichiarato. Peccato che la cultura che vogliono far diventare diffusa e dominante sia nostalgicamente affezionata a quella del ventennio.
Esageriamo? Mica tanto. Sono numerosi gli episodi che si possono raccontare per dimostrarlo, dall’occupazione manu militari della Rai per raccontare un Italia diversa da quella reale, quella dove le donne debbono far figli e possibilmente stare a casa a crescerli; alla definizione della strage delle Fosse Ardeatine come l’uccisione di italiani, omettendo che fossero ebrei e antifascisti, o celebrando forzosamente il 25 Aprile come fine del fascismo e non come sconfitta del fascismo e del nazismo. E potremmo continuare.
L’ultimo episodio è assai inquietante. Gli studenti e le studentesse del Liceo Orazio di Roma, sostenuti dalla preside Maria Grazia Lancellotti, hanno chiesto ad Adolfo Urso, ministro del Mady in Italy, l’emissione di un francobollo speciale per commemorare l’ottantesimo anniversario della Liberazione di Roma avvenuta il 4 giugno 1944, quando le truppe americane entrarono nella città dei sette colli guidate dal generale Mark Wayne Clark. Roma, lo ricordiamo, fu la prima capitale d’Europa a liberarsi ed essere liberata dal nazi-fascismo.
Ma Urso ha detto no: il francobollo straordinario non si può emettere, a suo dire evidentemente quella data non rappresenta un evento di rilevanza storica, visto che le poche emissioni straordinarie servono – appunto – a celebrare eventi storici.
Ma qui entra in gioco l’egemonia culturale, perché contemporaneamente lo stesso Urso ha però approvato e fatto emettere un bollo speciale per commemorare Italo Foschi, esponente di spicco dello squadrismo romano e alto dirigente fascista. Cominciò facendo da segretario a Farinacci per poi dedicarsi a far penetrare il credo fascista nei quartieri popolari e alla riorganizzazione delle attività e pratiche sportive a livello nazionale.
“Il Governo Meloni tra la Liberazione di Roma dall’occupazione nazi-fascista e gli squadristi sceglie di celebrare questi ultimi”. È quanto scrive Nicola Di Ceglie, segretario nazionale Slc Cgil che condanna senza appello l’emissione da parte di Poste Italiane del francobollo dedicato al fascista e squadrista Italo Foschi, definendo l’operazione “l’ennesima forzatura da parte di un governo che prova a riscrivere la storia del ventesimo secolo rimuovendone l’elemento determinante: la liberazione dal nazifascismo”.
‘Mentre ricordiamo l'assassinio di Giacomo Matteotti a opera delle squadre fasciste – fa sapere il responsabile dei lavoratori postali - il governo del nostro Paese, nelle stesse ore, omaggia chi ha condiviso quel brutale assassinio. Condanniamo questa vergognosa provocazione perché è evidentemente un'offesa alla sua memoria e di tutti gli antifascisti che hanno dato la vita per la libertà e la democrazia del nostro Paese. Chiediamo pertanto che ne venga bloccata subito la distribuzione e che vengano ritirate le copie distribuite”.
Per Di Ceglie si tratta di una “strategia premeditata di ribaltamento della realtà e dei valori fondanti la nostra democrazia. Italo Foschi responsabile di assalti e violenze verso gli avversari politici, fedele a Mussolini fino alla Repubblica di Salò, noto anche per essersi congratulato con gli assassini di Matteotti, definiti eroi”.
Da ultimo, la Slc fa rilevare anche come “il ministero del Made in Italy, con quel francobollo, abbia deliberatamente operato una scelta inaccettabile, sfavorendo, con la bocciatura, la proposta degli studenti medi romani di emettere un francobollo per celebrare gli ottant’anni della data, 4 giugno 1944, in cui i soldati americani agli ordini del generale Mark Wayne Clark entrarono in città e liberarono la Capitale dai nazisti e dai fascisti”.