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“La Cgil è da sempre impegnata nella difesa degli ultimi, di coloro che sono più in difficoltà nella società. E in questo momento le persone più in difficoltà sono i migranti che scappano da una situazione difficile, arrivano nel nostro Paese, e non trovano processi di integrazione in grado di accoglierli”. A dirlo, a Rassegna Sindacale, è Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil con delega all’immigrazione.
Rassegna Nelle Camere del lavoro sparse in tutta Italia, in effetti, sta nascendo una rete di accoglienza concreta. Lo dimostrano tra l’altro le nostre recenti inchieste su Ventimiglia, Saluzzo e Catania. Cosa ne pensi?
Massafra Sì, la nostra azione, su un piano più generale, riguarda la volontà di costruire un modello di società che superi ogni disuguaglianza. Per questo nelle Camere del lavoro si stanno sviluppando esperienze di integrazione come quelle. Noi non svolgiamo esclusivamente un ruolo di tipo culturale, non ci spendiamo solo per affermare una linea di principio. Quindi, per cambiare le cose, dobbiamo necessariamente mettere in pratica un corpo a corpo nei luoghi di lavoro e nei territori, un’azione reale, tangibile.
Rassegna Un po’ come accadeva nella Camere del lavoro di inizio secolo.
Massafra Le nostre Camere del lavoro sono sempre state luoghi di emancipazione per la società. Questo ruolo, in oltre cento anni, non è mai cambiato. La Cgil, in ogni tempo, è partita dalla condizione di chi sta peggio per conquistare nuovi diritti per tutti. Oggi lo fa anche, ma non esclusivamente, per la platea dei migranti. E continuiamo a farlo anche in un'ottica più generale. Il fenomeno migratorio, infatti, rappresenta il paradigma del modello di sviluppo dominante, un modello che ha fallito. Nella propaganda dell'odio c'è un accanimento contro la parte più debole della società che va combattuto. Non è solo un tema etico, solidaristico e umanitario, ma affonda le sue radici in ragioni economiche, politiche e sociali. Per noi l'obiettivo di conquistare diritti per chi non ne ha, è lo stesso di sempre. Così la battaglia per migliorare la condizione dei migranti, oggi, diventa la battaglia per affermare i diritti dove non ce ne sono. Vogliamo dire con forza che vengono prima le persone, e che serve un nuovo modello di società che metta i lavoratori e i cittadini al centro.
Rassegna La Cgil, quindi, si riafferma come un presidio di democrazia.
Massafra Attraverso questa battaglia, non stiamo spostando l'attenzione sui migranti perché sono un tema che attira l’attenzione. Noi affermiamo i principi contenuti nella Costituzione. È una battaglia contro chi vuole dividere e frantumare la società per mantenere in auge un modello iniquo. La grande manifestazione di Milano del 2 marzo, così come quella unitaria con Cisl e Uil del 9 febbraio a Roma, ci dicono che siamo sulla strada giusta. Il nostro messaggio di solidarietà si sta facendo strada nella società civile e stiamo registriando reazioni positive di fronte alla propaganda dell'odio. Dobbiamo continuare, per costruire un percorso che parli all'insieme della società, non solo a una parte.