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A dieci mesi dalla sua presentazione in Consiglio dei ministri, il disegno di legge sulla Sicurezza è stato approvato alla Camera lo scorso 18 settembre. Il provvedimento, che riflette le linee guida del centrodestra in materia di sicurezza e ordine pubblico, ha ottenuto 162 voti favorevoli, 91 contrari e 3 astensioni. Tuttavia, la strada verso il Senato si prospetta complessa, con la richiesta di un percorso accelerato da parte del leader della Lega, Matteo Salvini.
Propaganda e populismo
“Il disegno di legge è un condensato di propaganda e populismo istituzionale. Una ulteriore conferma di quanto questo governo, tutto, compattamente, pensa in tema di sicurezza, declinato solo come azione repressiva dei conflitti sociali e come politica punitiva, di giustizia e carcere”. È quanto dichiarano le segretarie confederali della Cgil Daniela Barbaresi e Lara Ghiglione.
Un pacchetto di misure divisivo
Il ddl include una serie di misure bandiera della destra, come la criminalizzazione del blocco stradale e ferroviario e norme contro le occupazioni abusive. Altri aspetti salienti riguardano il trattamento delle detenute madri e la repressione delle proteste legate a infrastrutture come il Ponte sullo Stretto e la Tav. Tra i punti più controversi, l'equiparazione delle infiorescenze di canapa industriale alla droga ha suscitato reazioni negative dagli operatori del settore, ignorati dal governo.
Le opposizioni hanno duramente criticato il ddl, definendolo incostituzionale e ribattezzando alcune norme come “anti-Gandhi” per l’introduzione del reato di resistenza passiva in carcere o nei centri per migranti. Vediamo le principali novità del ddl.
Resistenza passiva in carcere e nei centri per migranti
Uno dei nuovi reati previsti riguarda la partecipazione a rivolte o resistenze passive nei penitenziari e nei centri di accoglienza per migranti. Chiunque prenda parte a tali azioni potrà essere punito con pene che vanno da uno a cinque anni di reclusione.
Detenute madri
Una delle misure più discusse è l'eliminazione del rinvio obbligatorio della pena per le madri detenute con figli fino a un anno. Secondo il centrodestra, questa misura mira a contrastare il fenomeno delle borseggiatrici rom, sebbene le opposizioni abbiano sollevato dubbi sulla sua efficacia e costituzionalità. Il testo prevede la possibilità di non differire automaticamente la pena per queste donne, una scelta che ha suscitato critiche. Forza Italia ha già proposto una modifica per ripristinare l’obbligo di trasferire le madri con figli di età inferiore a un anno in strutture alternative al carcere, al fine di garantire condizioni più umane.
Equiparazione della canapa industriale alla droga
Un emendamento del governo equipara le infiorescenze della canapa industriale alla droga, imponendo il divieto di importazione, vendita e distribuzione. Questa norma ha incontrato forti critiche dagli operatori del settore, preoccupati per le ripercussioni economiche e occupazionali.
Norme contro le proteste No-Ponte e No-Tav
Il ddl introduce aggravanti per chiunque commetta violenze o minacce contro un pubblico ufficiale al fine di impedire la realizzazione di opere pubbliche o infrastrutture strategiche come il Ponte sullo Stretto o la Tav.
Pene più severe per i danni durante manifestazioni
Le pene per il danneggiamento in occasione di manifestazioni pubbliche vengono inasprite, con la reclusione che può arrivare fino a cinque anni. Viene inoltre esteso l'ambito di applicazione del Daspo urbano, permettendo al questore di vietare l'accesso a determinate aree a chi è stato denunciato o condannato per reati legati a infrastrutture di trasporto. Viene ampliato poi l'ambito di applicazione dell'arresto in flagranza differita prevista per il reato di lesioni personali cagionate a un pubblico ufficiale in servizio anche ai casi in cui il fatto è commesso in occasione di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico.
Misure per le forze dell'ordine e altre novità
Tra le altre misure approvate, vi è l'autorizzazione per gli agenti di sicurezza a portare alcune tipologie di armi anche fuori servizio, e l'incremento delle spese legali anticipate per gli atti compiuti durante il servizio. È prevista inoltre l'introduzione delle bodycam per gli agenti e restrizioni sulla vendita di Sim agli stranieri extra-Ue senza permesso di soggiorno.
Reato di occupazione arbitraria
Il ddl prevede pene severe per chi occupa illegalmente immobili, con pene che possono arrivare fino a sette anni di reclusione. Anche chi coopera nell’occupazione o riceve denaro per agevolare l'occupazione è soggetto a sanzioni.
Estensione delle aggravanti per reati in stazioni e metro
È introdotta una circostanza aggravante per i reati commessi nelle stazioni ferroviarie, nella metropolitana o nei convogli di trasporto passeggeri. Inoltre, viene specificamente aggravato il reato di truffa ai danni degli anziani.
Modifiche al Codice antimafia e contrasto al terrorismo
Il ddl include modifiche al Codice antimafia, estendendo l’applicazione di alcune norme e prevedendo nuove misure per la protezione dei collaboratori di giustizia. In tema di lotta al terrorismo, viene introdotto il reato di detenzione di materiale con finalità terroristiche, punito con la reclusione da due a sei anni.
Benefici ai parenti di mafiosi solo se i rapporti sono interrotti
Non saranno esclusi dai benefici per i superstiti delle vittime della criminalità organizzata i parenti o affini entro il quarto grado di soggetti sottoposti a misure di prevenzione o a procedimenti penali, a patto che al momento dell’evento siano stati completamente interrotti i rapporti familiari e affettivi con l'indagato.
Revoca della cittadinanza per terrorismo: estensione dei tempi
Il termine entro cui è possibile revocare la cittadinanza a persone condannate per reati di terrorismo o altri crimini gravi è stato ampliato. Si passa da tre a dieci anni a partire dalla sentenza definitiva. Tuttavia, la revoca non potrà essere applicata se l'individuo non è già in possesso di un'altra cittadinanza o non può acquisirne una diversa.
Detenzione di materiale a scopi terroristici
Il possesso consapevole di istruzioni o materiali finalizzati alla preparazione di atti terroristici o all'uso di sostanze esplosive o tossiche sarà punito con una pena che va da due a sei anni di reclusione.
“Peggio del Codice Rocco”
Per le due dirigenti della Cgil, Barbaresi e Ghiglione: "Il principio che anima questo provvedimento è lo stesso del decreto Caivano, del decreto rave, della legge 50 impropriamente chiamata decreto Cutro. Le soluzioni proposte vanno verso un inasprimento delle pene e la codificazione di nuovi reati che peraltro riducono gli spazi di dissenso e protesta, come i reati contro le manifestazioni o le occupazioni di immobili, arrivando a peggiorare il Codice Rocco, con la non obbligatorietà del differimento della pena per le donne incinte e le madri di bambini fino a un anno di età. Norme con cui si danno risposte penali a problemi che sono soprattutto sociali e che non aumentano la sicurezza dei cittadini”.
Carceri: approccio giustizialista
Barbaresi sottolinea che “la questione carcere viene affrontata con il solito approccio giustizialista e repressivo che caratterizza tutti i provvedimenti governativi sul tema. Si introduce anche il reato di rivolta in carcere, peraltro già sanzionato da norme penali, che non si limita a perseguire, come è ovvio, gli atti di violenza ma qualsiasi tipo di protesta, persino la resistenza passiva, e quindi, rende impossibile qualsiasi forma pacifica di dissenso per le condizioni di vita disumane che si registrano in troppi istituti”.
“Mentre da una parte con le riforme Nordio, vengono aboliti i reati contro la pubblica amministrazione, che spesso sono spie delle infiltrazioni della criminalità organizzata – sottolineano le segretarie confederali – dall’altra si colpiscono tutti quei comportamenti che nascono e si determinano in ambienti di povertà, di disagio, di marginalità, di degrado sociale che avrebbero bisogno di una più forte presenza dei servizi sociali e di una rete di sostegno”.
Polizia: solo propaganda
Ghiglione aggiunge che “sul terreno delle tutele del personale delle forze di polizia assistiamo a un esercizio di propaganda. Abbiamo ascoltato dichiarazioni di importanti esponenti della maggioranza che hanno gridato tutto il loro sostegno alle forze dell’ordine ma poi, quegli stessi rappresentanti del Governo non danno le reali e necessarie riposte che servono veramente agli operatori della sicurezza: rinnovi contrattuali, scaduti da troppo tempo, con risorse adeguate e un piano di assunzioni straordinarie per adeguare gli organici, anche per quanto riguarda gli istituti penitenziari e i centri di trattenimento e accoglienza per i migranti. Migranti ai quali si vieta finanche l'uso del cellulare, vincolando l'acquisto della SIM al possesso del permesso di soggiorno. Non ci sono piani per assunzioni e investimenti per tutte le professionalità necessarie per l’accoglienza e le attività fondamentali da garantire”.
Barbaresi e Ghiglione proseguono ritenendo “gravissima l’autorizzazione alla detenzione di una seconda arma senza licenza per gli operatori di polizia, che suona come un riconoscimento a un esercizio della sicurezza in forma privata non compatibile con il nostro ordinamento costituzionale”.
“Per quanto ci riguarda – concludono – la difesa della Costituzione significa mettere al centro i diritti di tutti, persone libere e persone ristrette, e soprattutto di tutte le persone che più hanno bisogno di supporto e sostegno. Non è con pene sempre più severe che si risponde al bisogno di sicurezza, d’inclusione e giustizia sociale”.