Collettiva da tempo segue con particolare interesse i temi dell'inclusione scolastica. Se la scuola della Costituzione deve essere la scuola di tutti – perché tutti devono stare nel perimetro della cittadinanza –, allora "non uno di meno" deve stare in classe. Per apprendere non solo nozioni, ma anche per crescere attraverso il contatto e le relazioni con gli altri. Per questo siamo andati a vedere il lavoro concreto di una scuola che su questi temi è all'avanguardia, l'istituto superiore Curie-Levi di Torino.
"Vogliamo che i ragazzi stiano bene a scuola – spiega Tiziana Porrino, la coordinatrice del dipartimento di sostegno dell'istituto –. Tutti: a partire da chi ha delle disabilità. Non solo: vogliamo anche far sì che i ragazzi cosiddetti 'normodotati' capiscano che entrare in contatto con la diversità non è affatto un limite per l'apprendimento, ma, anzi, un valore aggiunto".
L'istituto Curie-Levi porta avanti da anni progetti inclusivi di ippoterapia, pet-therapy e cucina. Ultima arrivata, la musica. In questo caso assistiamo addirittura a un ribaltamento di ruoli: sono i ragazzi disabili a "condurre" i compagni di classe attraverso musica, canti e balli. In aggiunta, una volta alla settimana gli stessi ragazzi vanno in una vicina scuola elementare – a Collegno – per portare i loro suoni tra i bambini e le bambine. Insomma: alla Curie-Levi sono tutti protagonisti, senza distinzione di ruoli e abilità.