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La Cgil Toscana suona la carica e chiede risposte alla politica. Uno studio dell'Ires, l'Istituto di ricerca del sindacato, traduce in cifre l'impatto devastante dell'inflazione sulla vita dei cittadini sella regione. Un vero terremoto sociale che non risparmierebbe nessuno. Il crollo del potere d’acquisto stimato per 1,2 milioni di lavoratori dipendenti sarebbe, in media, di 1.870 euro annui. La categoria più colpita è quella degli edili. L'incremento dei costi energetici per le famiglie farebbe lievitare il totale delle bollette oltre il doppio della media e toccherebbe il 116%: in termini assoluti si parla di una spesa più alta di circa 1.560 euro annui. I beni alimentari subirebbero un rincaro del 10% e ogni mese alla cassa del supermercato il conto aumenterebbe di 52 euro. La rata del mutuo costerebbe fino a 218 euro in più. In uno scenario in cui l'inflazione potrebbe salire ulteriormente, fino al 9,2% a fine anno.
“Dai beni alimentari al credito: c’è un’inflazione asimmetrica che colpisce il ceto medio e le famiglie e basso reddito – dice Gianfranco Francese, presidente di Ires Toscana –. Sindacato e centro studi, prima ad aprile e poi a luglio di quest'anno, avevano evidenziato l’effetto asimmetrico di questa inedita tipologia di iperinflazione importata. L’inflazione colpisce quasi tutti i beni di consumo; tuttavia, sono i beni di prima necessità per antonomasia, ovvero bollette dell’energia e generi alimentari a crescere in misura nettamente superiore all’inflazione complessiva. Ciò comporta una inflazione percepita da parte delle famiglie a basso reddito nettamente superiore rispetto alla media. Lo stesso ceto medio vive una situazione di difficoltà, con una perdita di potere d’acquisto tale da presagire un ulteriore veloce declino delle capacità di spesa. Per i redditi medi, la sciagurata scelta della Banca Centrale Europea d’innalzare proprio in una congiuntura di questo tipo i tassi d’interesse di riferimento, comporta anche un incremento superiore ai 210 euro del costo del credito per acquisto di immobile prima casa e un più generale incremento dei costi di accesso al credito”.
“Stiamo rischiando di trovarci in una situazione socialmente insostenibile, occorre che la politica intervenga subito – spiega la segretaria generale della Cgil Toscana, Dalida Angelini –. Sabato 8 ottobre, a un anno dall’assalto squadrista alla nostra sede nazionale, manifesteremo a Roma in piazza del Popolo il pomeriggio per chiedere all’Italia e all’Europa di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale. Rilanciamo al prossimo Governo il nostro decalogo di proposte, tra cui: l’aumento di stipendi e pensioni; l’introduzione del salario minimo e una legge sulla rappresentanza; il superamento della precarietà; una vera riforma del fisco; garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza; un tetto alle bollette; un piano per l’autonomia energetica fondato sulle fonti rinnovabili; la sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Luca D’Onofrio, presidente di Federconsumatori Toscana, constata che “ormai i rincari costano ai cittadini più di uno stipendio, rischiamo l’acuirsi di un conflitto sociale che sta montando, la situazione è complicata, il Governo ha il compito di rimettere liquidità in tasca ai cittadini e con l’autorità dell’energia occorre intervenire sull’aumento delle bollette”.
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