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Sono numerosissime le sigle (oltre trenta) che hanno promosso il doppio appuntamento di oggi (mercoledì 2 settembre), con il sostegno anche della Flc Cgil. Si comincia alle 10,30 con il raduno davanti Montecitorio, per spostarsi alle 14 di fronte l’ingresso della sede di Viale Trastevere del ministero dell’Istruzione, per dare voce e visibilità ai lavoratori precari della scuola, a pochi giorni dalla riapertura delle aule. Tra le varie associazioni il Coordinamento nazionale precari scuola, varie realtà regionali e cittadine, i Professori senza cattedra, il Gruppo Tfa accesso diretto, l’Associazione nazionale liberi insegnanti, e molti altri ancora.
Una iniziativa che vuole evidenziare come l’anno scolastico che sta per iniziare, nella totale incertezza, anche stavolta non potrà fare a meno della presenza in classe di migliaia di insegnanti precari, per garantire la quotidiana attività didattica delle scuole italiane. E malgrado in questi mesi si sarebbe potuta strutturare una ripresa meglio organizzata, anche in tema di personale organico, niente o quasi è stato fatto, costringendo i dirigenti scolastici a rimandare all’ultimo minuto la composizione dell’orario settimanale delle lezioni.
Eppure lo sforzo delle istituzioni, a partire dal ministero dell’Istruzione, dovrebbe essere quello di coniugare la scuola in presenza con il diritto degli studenti di avvalersi della continuità didattica mentre in realtà, tra pochi giorni, ci troveremo con almeno 200.000 docenti precari, dei quali 70.000 vantano almeno tre anni di servizio; oltre questo, si devono aggiungere le nuove Graduatorie provinciali per le supplenze e l’aggiornamento delle Graduatorie di Istituto, che hanno stravolto i punteggi dei titoli culturali e di servizio.
A completare il quadro, il Dl rilancio convertito in legge prevede che 50.000 lavoratori possano essere licenziati, vedendo il loro contratto essere risolto per giusta causa in caso di sospensione delle attività didattica per Covid-19, senza alcun diritto di indennizzo e/ o sussidi di disoccupazione. “Siamo uniti con tanti gruppi di precari italiani per dire basta allo sfruttamento reiterato del precariato”, è il commento di Simone Maggini, del direttivo Docenti precari Toscana. “Ci sentiamo docenti usa e getta validi fino a giugno, eventualmente riutilizzabili a settembre, anche se facciamo le stesse cose dei titolari di ruolo, salvo poi essere considerati al momento dei concorsi alla pari con i neolaureati che non hanno mai messo piede in una scuola”. Eppure in Europa esiste una normativa inerente proprio la stabilizzazione del servizio, quello che i precari richiedono, vale a dire “un percorso per la stabilizzazione in ruolo, e non un concorso straordinario che di straordinario no ha nulla se non l’essere studiato appositamente per escludere i docenti precari. La verità – aggiunge Maggini – è che ormai da quasi un decennio non viene organizzato un percorso abilitanti, che porterebbe all’immissione in ruolo. Siamo precari perché lo stato vuole così”.
Ma cosa accadrà il 14 settembre? “Dipende da provincia a provincia, perché le nuove graduatorie, che stiamo attendendo, porteranno di certo a dei contenziosi, a dei ricorsi. essendo subito definitive per una questione di tempi. Il 15 settembre potranno anche già esserci subito dei supplenti, ma i ricorsi porteranno a scavalcamenti momentanei nelle graduatorie e a ulteriori ricorsi, aggiungendo caos al caos”. E l’ennesimo capitolo di una ennesima guerra tra poveri.