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“Street Union!” è il progetto nato dall’elaborazione della Cgil ligure sui temi dell’inclusione e dell’accoglienza. Gli obiettivi e la realizzazione del programma sono stati illustrati stamattina (26 marzo), in una conferenza stampa, da Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil e Fabio Marante, segretario organizzativo Cgil Liguria.
Attraverso corsi di formazione, incontri a carattere seminariale e presentazione di libri, avvalendosi della collaborazione della Fondazione Giuseppe Di Vittorio e della rete sociale dell'associazionismo radicata nel territorio, la Cgil intende "promuovere politiche d'inclusione e contrasto alle disuguaglianze sociali. L’obiettivo è quello di facilitare la consapevolezza di come l’altro possa costituire una risorsa, un arricchimento, un’occasione d'incontro. La conoscenza del fenomeno migratorio, delle condizioni dell’emarginato, della diversa abilità, della tematiche di genere, delle situazioni di disagio, che possono attraversare la vita di ognuno di noi è la soluzione per abbattere pregiudizi e stereotipi. Contrastare l’intolleranza, promuovendo cultura e partecipazione contribuisce a decostruire i pregiudizi e gli stereotipi; il contesto economico e sociale, fortemente interessato dalla iniqua distribuzione delle risorse, rappresenta il terreno fertile per l’esasperazione dell’individualismo e la ricerca continua di un capro espiatorio".
E proprio dal clima di odio e intolleranza che si respira, la Cgil trae la convinzione di come sia sempre più necessario richiamare i valori fondanti del primo sindacato del Paese, tra cui antirazzismo, antifascismo e contrasto alle disuguaglianze sociali. Anche per questo è stata organizzata, l’8 marzo scorso, una giornata di formazione con due eventi, uno a Sanremo e l’altro a Ventimiglia, il primo sulla prostituzione minorile e il turismo sessuale e il secondo sulla vicenda di Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso. La seconda iniziativa proposta, nell’ambito del progetto Street Union, è un percorso formativo, in partenza a marzo, dal titolo "Io e l’Altro", rivolto ai delegati sindacali e progettato dall’ufficio formazione Cgil Liguria. Gli incontri dal titolo "Senza l'altro - una simulazione sull'economia e la società italiana dell'assenza d'immigrati", a cura di Riccardo Sanna economista, capo area sviluppo Cgil nazionale, e "L’immigrazione in Liguria tra continuità e mutamenti", a cura di Andrea Torre, direttore del centro studi medì, sono pubblici e gratuiti. Gli incontri si terranno presso il salone Governato Cgil, in via San Giovanni d’Acri 6, il 28 marzo e il 4 aprile, e sono stati accreditati dall’Ordine dei giornalisti della Liguria, nell’ambito degli eventi dedicati alla formazione professionale continua.
Durante l’incontro con la stampa, sono stati resi pubblici i dati che riguardano la realtà ligure. Le elaborazioni di Marco De Silva, responsabile ufficio economico Cgil, su dati Eurostat 2017, restituiscono la fotografia di una realtà dove rischio di povertà ed esclusione sociale sono fortemente presenti. Nella comparazione nazionale, la Liguria è al 23%, più bassa rispetto al resto del Paese (28,9), ma superiore rispetto alla media delle regioni del Nord-Ovest (20,7). Questo dato ne contiene un altro - riferito alla bassa intensità lavorativa -, non meno preoccupante. L'indicatore considera in ogni famiglia gli individui in età da lavoro, computando il numero di mesi in cui hanno lavorato, sul totale dell’anno; l’intensità si considera assai bassa quando è inferiore al 20%: in Liguria il 9,7% delle famiglie è in questa condizione. Infine, il dato relativo alla severa deprivazione materiale, ossia la famiglia in cui si verificano almeno quattro delle seguenti nove condizioni: non avere telefono, tv a colori, lavatrice, automobile, la difficoltà a consumare un pasto a base di carne o pesce ogni due giorni, svolgere una vacanza all’anno di almeno una settimana, pagare regolarmente mutui o affitto, riscaldare l’appartamento, fronteggiare spese inaspettate. La percentuale di liguri in tale condizione è dell’8,6%.