PHOTO
"Li hanno ammazzati. Un omicidio terribile di tre ragazzi che lavoravano e che quella notte mai avrebbero potuto pensare potesse finire in quel modo". Franco Armosino, segretario della Camera del lavoro di Alessandria, commenta così la sentenza di primo grado che condanna a 30 anni di reclusione Giovanni Vincenti e la moglie, Antonella Patrucco, per l'esplosione della cascina di Quargnento, nelle campagne alessandrine, avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 novembre 2019, in cui persero la vita tre vigili del fuoco.
Matteo Gastaldo, 46 anni, Marco Triches, 38 anni ed Antonio Candido, 32 anni, facevano parte della squadra giunta sul posto dopo un'esplosione. Allertato il proprietario dell'immobile, i tre pompieri furono investiti da una seconda fatale deflagrazione che provocò anche il ferimento di due colleghi e di un carabiniere a cui sono state amputate entrambe le gambe.
I tentativi di depistaggio. "In questi mesi, durante il dibattimento – ha sottolineato Franco Armosino – qualcuno ha cercato di insinuare che i pompieri non fossero stati all'altezza del loro compito, intervenendo in maniera avventata o non seguendo i protocolli operativi. Tra i tentativi di alleggerire le posizioni degli imputati, è stata fatta filtrare la notizia del ritrovamento durante le analisi autoptiche di sostanze stupefacenti nel corpo di una delle vittime. Un'operazione di denigrazione orchestrata ai fini difensivi che non siamo riusciti a comprendere fino in fondo".
La truffa finita male. Già le prime indagini avevano fatto emergere che il rogo non era stato accidentale ma di origine dolosa. La confessione di Giovanni Vincenti dopo il ritrovamento del foglietto di istruzioni di un timer – utilizzato per provocare l'esplosione – nella propria camera da letto. Motivo del gesto: il tentativo di riscuotere il premio di un milione e mezzo di euro, per l'assicurazione stipulata nei mesi precedenti. Una somma in grado di risolvere i problemi economici dell'uomo.
Il timer. "Forse gli imputati hanno pensato che la loro macchinazione potesse svolgersi senza il coinvolgimento di nessuno – aggiunge Armosino – . Che nessuno potesse farsi male. Ma di fatto è irrilevante". Proprio l'errata impostazione di uno dei due timer avrebbe provocato la prima esplosione facendo scattare l'intervento dei soccorritori ai quali Vincenti non rivelò che nella cascina c'erano altre cinque bombole non esplose, proprio quelle che provocarono la strage.