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“Stesso paese, stessi diritti”: il camper della Flc Cgil dallo scorso 16 novembre sta “ricucendo” un’Italia che rischia di rimanere ferita da quell’autonomia differenziata che – con l’approvazione al Senato del ddl Calderoli il 23 gennaio – renderà il paese sempre più diviso, disuguale, ingiusto. “C’è chi divide, noi invece vogliamo unire”, aveva detto la segretaria generale della Flc Cgil alla partenza, insieme a Maurizio Landini, per il primo tratto di un percorso che toccherà (e in parte ha già toccato) 110 territori e 20 regioni per più di 30 mila chilometri. Una lunga scia di dibattiti, eventi, ospiti illustri per spiegare a cittadine e cittadini cosa davvero si nasconde dietro un progetto che maschera da modernizzazione un’ideologia fondata sull’egoismo sociale di chi si sente più ricco.
Verona, le sirene dell’autonomia
“Da noi tante lavoratrici e lavoratori della scuola non sapevano cosa il progetto di autonomia differenziata avrebbe comportato per la scuola e in tanti lo davano comunque già per acquisito. Per questo gli eventi di sensibilizzazione che abbiamo realizzato grazie al camper dei diritti il 9 gennaio è stato ed è così importante”. Così la segretaria generale della Flc di Verona, Beatrice Pellegrini. In piazza Bra davanti al municipio si sono alternati interventi che hanno spiegato, a cominciare dal costituzionalista dell’Ateneo Scaligero Stefano Catalano, le insidie del ddl Calderoli.
In terra veneta c’è poi un’insidia maggiore. Spiega la sindacalista: “Qui risuonano le sirene della provincia di Trento che, in virtù della sua autonomia, riconosce ai docenti 200-300 euro in più al mese e non è raro che qualcuno vada a lavorare lì, magari da precario, per un periodo. Ma non è tutto oro quel che luccica, perché quel modello prevede aspetti normativi peggiorativi circa reperibilità, flessibilità, pronta disponibilità a qualsiasi sostituzione”. È l’altra faccia delle gabbie salariali, perché, spiega Pellegrini, “con l’autonomia differenziata ci sarà una contrattazione integrativa ad hoc con la Regione in cui, come a Trento, sicuramente ci saranno elementi di questo tipo”. Si tratta, insomma “di un vero attacco al contratto nazionale e al valore unitario del sistema di istruzione pubblica in tutto il paese che difenderemo con tutta la nostra forza”.
L’iniziativa in piazza ha avuto un successo indubbio, tanta gente e non solo lavoratori della scuola ma anche semplici cittadini che si trovavano a passare per il centro, “tanto che la Regione si è un po’ spaventata – racconta la segretaria generale della Flc di Verona – e ha deciso di lanciare ben 200 iniziative sul ddl Calderoli in risposta alla nostra”.
Del resto in Regione un assaggio di quello che potrebbe produrre questo provvedimento si è già avuto, con il decreto per il dimensionamento scolastico: “Nonostante in media nel Veneto ci siano 960 alunni per istituto e la soglia stabilita dalla legge per il dimensionamento sia 900, la giunta ha tagliato 40 autonomie scolastiche, 32 già dal prossimo anno. Le ricadute saranno pesantissime per studenti e lavoratori: basti pensare che ci sarà un istituto con ben 2.300 studenti. Ovviamente abbiamo presentato ricorso”.
Infine, Pellegrini tende a sottolineare un aspetto scarsamente considerato. La vulgata è che con il ddl Calderoli in Veneto rimarranno più soldi: “Ma questo non sta scritto da nessuna parte. La nostra Regione ha già risorse maggiori rispetto ad altre realtà e il rischio che paradossalmente diminuiscano è concreto. Le norme prevedono una contrattazione tra Stato e Regioni, ma sulle risorse non c’è nulla di scritto”.
Milano: pace e salari
Il camper della Flc è transitato a Milano in due giorni molto particolari, il 27 e il 28 gennaio, con il Giorno della memoria, l’ottantesimo compleanno di Liliana Segre e la tragedia a Gaza. “Cose che non potevamo certo ignorare. Nel nostro Statuto, del resto, si dice che insegnare e apprendere sono elementi fondamentali per costruire la pace”, ci dice Jessica Merli, segretaria generale della Flc meneghina.
E così, con la città “blindata”, il 28 si è deciso di inquadrare il tema dell’autonomia differenziata con la lente della pace. In piazza della Scala il sindacato ha organizzato una “tavola rotonda di pace” con la giornalista Sarah Parenzo, che vive a Tel Aviv, padre Alessandro Barchi, monaco della comunità dossettiana di stanza a Ramallah, e Farid Adly, per tanti anni corrispondente di Radio Popolare sul Mediterraneo”. Un dialogo interreligioso, interculturale e interpolitico dal titolo “La memoria fondamento della pace”.
“Abbiamo deciso di chiamare a discutere uomini e donne della conoscenza – sottolinea la sindacalista –. Erano tutti concordi sul fatto che per costruire la pace sono necessarie alcune premesse: esistono memorie e non una sola memoria; bisogna conoscere e ascoltare la tragedia dell'altro; infine, sulla verità dei conflitti dai media sappiamo veramente poco rispetto a chi vive tutti i giorni sotto le bombe”. Servono dunque analisi e strumenti per capire meglio.
Temi fondamentali, ma la domanda viene spontanea: che rapporto ha tutto ciò con il ddl Calderoli? Merli non ha dubbi: “Il progetto di autonomia differenziata delega alle Regioni i rapporti con gli Stati stranieri. Abbiamo scelto un aspetto di cui non parla nessuno, ma è gravissimo che in un contesto di complessità e conflitti non solo nazionali ma addirittura globali come quelli che stiamo vivendo, siano le Regioni a parlare con gli Stati”.
Il 27, invece, in piazza della Scala il sindacato della conoscenza ha organizzato davanti alla Prefettura un’assemblea pubblica dal titolo inequivocabile: “Stesso lavoro, stesso salario, nello stesso giorno”. Il riferimento è ovviamente all’inammissibile ritardo con cui vengono pagati gli stipendi dei precari che lavorano per lo Stato, situazione che poi grazie alle pressioni del sindacati si è per il momento risolta.
“Abbiamo ricevuto tantissime mail di persone disperate che non riuscivano a fare la spesa o a pagarsi il mutuo – racconta la sindacalista –. Quelle mail le abbiamo stampate e riprodotte in cartelli che abbiamo letto in piazza. Successivamente abbiamo saputo che il prefetto ha fatto propria questa denuncia, segnalando questa situazione al governo e riportando anche quelle denunce”.
Evidente il collegamento con l’autonomia differenziata. Alle differenze dei trattamenti tra precari e stabilizzati – per quanto lenite nell’ultimo contratto nazionale Istruzione e ricerca – “vogliamo aggiungere quelle derivanti dal fatto che ogni Regione potrebbe decidere il salario di lavoratrici e lavoratori della scuola? O pensiamo che in questo modo si possano evitare i ritardi nei pagamenti per chi lavora come precario nello Stato”?, si chiede retoricamente Merli.
A Bologna arrivano i pacchi di Natale
Il camper dei diritti ha fatto tappa a Bologna poco prima di Natale. E dunque, “sotto l’albero”, in piazza Maggiore non potevano non esserci, ci racconta il segretario generale del sindacato della conoscenza della Cgil bolognese, Gabriele Caforio, “i pacchi del governo, le fregature della legge di bilancio. Abbiamo distribuito doni natalizi che contenevano all’interno foglietti che descrivevano tutte le bugie dell’esecutivo, a cominciare dai soldi arretrati del contratto che lo Stato si è poi ripreso con la tassazione, per finire con le menzogne sulle pensioni”.
C’è poi stato un dibattito molto partecipato in piazza sulle conseguenze nefaste dell’autonomia differenziata. “Sanità e scuola – dice Caforio – sono i due pilastri fondamentali che sostengono l’unità del paese. La sanità è ormai regionalizzata e sempre più spostata verso il privato, con le conseguenze che tutti abbiamo sotto agli occhi. Se la stessa cosa accadrà per l’istruzione, il sistema Italia sarà ancora più frammentato e questi due diritti saranno garantiti solo per chi ha la fortuna di nascere in una regione ricca”.
“Di qui all’estate faremo assemblee capillari nei luoghi di lavoro per creare consapevolezza intorno a questi temi – annuncia il sindacalista –. Cosa che però non è sempre facile”.
Mentre il flop delle sperimentazioni di Valditara sull'istruzione secondaria è stata clamoroso – nessuna scuola a Bologna ha aderito al liceo del made in Italy – “sul tema dell’autonomia differenziata c’è una consapevolezza minore, non tutti ne avvertono il pericolo. Diventa dunque sempre più importante l’azione del sindacato per far comprendere queste dinamiche”.
Per questo il camper non si ferma. In questi giorni si sposta al Centro, poi andrà Sud e quindi di nuovo una puntatina al Nord. La cucitura paziente continua: compito prezioso di un sindacato che si batte per difendere l’unità del Paese, cuore della Costituzione nata dalla Resistenza.