Un viaggio attraverso la rete dei servizi pubblici per l'immigrazione. È questo che la Funzione Pubblica CGIL si è proposta di fare oggi, 11 ottobre, nella cornice di Sabir, il Festival delle culture mediterranee in corso a Roma. Ospiti diverse lavoratrici e lavoratori che, con professionalità molto diverse tra loro, fanno parte della filiera dell’accoglienza: da quando il migrante arriva a quando si integra nella società.
Con loro anche rappresentanti di due sindacati, spagnolo e inglese, rispettivamente Yolanda Gil Alonso di FSS-CCOO e Hector Wesley di PCS, per fornire uno sguardo europeo sul fenomeno ed evidenziare la necessità di costruire una rete europea dell’accoglienza, la sola dimensione possibile per affrontare i flussi migratori.
“Nessuno sceglie di essere un rifugiato, nessuno vuole rischiare la sua vita partendo se non è più rischioso restare. Se non esiste un modo legare di arrivare e l’alternativa è la morte, si tenta il mare e ogni altra via, per quanto pericolosa”. Questo afferma con forza Giordana Pallone della Fp Cgil. “Essere nati dalla presunta “parte giusta” del mondo, non ci consegna nessuna superiorità né tanto meno il diritto di respingere nessuno, ma solo una condizione di privilegio che chiama la responsabilità di accogliere chi fugge e chi, semplicemente, arriva in cerca di una vita migliore”.
Ma il sistema accoglienza – insieme a tutte le professionalità coinvolte – è sotto attacco. Dai decreti sicurezza dell’allora governo giallo-verde con l’azzeramento dell’insegnamento dell’italiano nel primo livello di accoglienza, fino al più recente decreto Cutro che ha tagliato l’assistenza legale, con un tratto di penna si stanno smantellando i servizi pubblici volti a garantire percorsi di inclusione e integrazione adeguata.
“Un migrante che arriva e non è supportato dall’assistenza legale come può sapere a cosa ha diritto? Se non c’è un mediatore linguistico e si elimina l’insegnamento dell’italiano, quale prospettiva di inclusione si può dare? Se non si riconosce la professionalità di quei lavoratori delle Commissioni territoriali chiamati a valutare le domande di asilo presentate, che accoglienza si può garantire.”
Spiega la FP CGIL che serve potenziare l’assistenza sanitaria territoriale e i servizi sociali per prendere in carico le persone migranti e accompagnarli nei percorsi di inclusione.