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L’appuntamento è per le ore 16 di oggi (16 febbraio) davanti alla sede del ministero dell’Istruzione La Flc Cgil chiama i lavoratori a manifestare per dare un messaggio chiaro al nuovo governo che, almeno stando alle dichiarazioni, punta a collocare la scuola ai primi posti nella sua agenda dei prossimi mesi. Il sindacato della conoscenza della Cgil chiede misure urgenti per stabilizzare i lavoratori precari con tre anni di servizio accelerando le immissioni in ruolo con procedure veloci ed efficaci; il pagamento regolare degli stipendi dei lavoratori precari che attendono da tempo di essere retribuiti; la trasformazione da saltuari al 30 giugno dei contratti cosiddetti covid; l’aumento degli organici per ampliare il tempo scuola, ridurre il numero degli alunni per classe, trasformare l’organico di fatto ormai consolidato in organico di diritto. Tra le richieste anche quella di restituire alle scuole i fondi che esse sono state costrette a stornare dai propri bilanci per retribuire il personale precario a causa dei mancati trasferimenti dovuti dal ministero a questo scopo.
Nel frattempo il neoministro della Pubblica istruzione ha indicato alcune direzioni sulle quali intende muoversi, a cominciare dall’intenzione di riportare ragazze e ragazzi in classe al 100 per cento. Per Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, l’obiettivo è giusto, ma occorre cautela: dobbiamo fare i conti, dice, “con le varianti. Per un ritorno in presenza in sicurezza vanno messe in campo misure da gestire a livello nazionale. Serve un governo nazionale dell'Istruzione".
"Quanto è accaduto in questi mesi - rileva il sindacalista - è grave. Servono azioni: chiarezza sui dati del contagio negli edifici scolastici; aggiornamento dei protocolli di sicurezza che contempli anche un programma di screening periodico della popolazione scolastica e implementazione della campagna vaccinale, dato che l'età media dei docenti è sopra i 55 anni.
"E bisognerà risolvere gli altri problemi insoluti - prosegue Sinopoli -. Il prossimo anno scolastico sia stabile grazie alla stabilizzazione dei precari, da pianificare subito. Guardando alla scuola in prospettiva, c'è necessità di un organico aggiuntivo covid; di una riduzione alunni per classe; di un tempo-scuola più ampio; di trasporti”. Tutti temi al centro del presidio davanti al ministero.
Su una questione il ministro Bianchi, stando a quanto dichiarato ieri in un’intervista apparsa su Repubblica, sembra aver dato risposte rassicuranti: Il prolungamento “meccanico” dell’anno scolastico non ci sarà. “Docenti e studenti nel 2020 hanno lavorato tanto, questo va riconosciuto – ha detto –. E diciamo, poi, che i ritardi e le mancanze sono diversi, a seconda delle aree, delle scuole. Ecco, dovremo intervenire su quella fascia che ha sofferto la didattica a distanza, in particolare gli adolescenti del Sud e delle aree interne. La pandemia ha messo a nudo i divari e le disuguaglianze esistenti nel nostro Paese. Chi era già in condizione di svantaggio per situazione personale o sociale si è impoverito ancora di più”.
Se davvero si decide di proseguire in questa direzione, è evidente allora che un ruolo importante andrà assegnato all’autonomia degli istituti scolastici: i soli in grado di valutare davvero i bisogni di studentesse e studenti.