Una consultazione farsa, quella lanciata dal ministro dell’Istruzione Valditara sulle Nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo. Domande a risposta chiusa in cui “non è possibile esprimere il dissenso rispetto ai contenuti, tra l’altro in tempi così stretti che minano la possibilità di una riflessione collegiale. Non c’è quindi la volontà politica di aprire un vero confronto con i docenti che vivono la scuola ogni giorno”. Così la segretaria generale della Flc Cgil, Gianna Fracassi, audita sul tema in occasione dell’incontro con la commissione di studio.

La sindacalista ha rimarcato come “contrariamente a quanto afferma il ministero, non ci sono state reali interlocuzioni con le organizzazioni sindacali”.

Quanto al merito, ha aggiunto, “ci chiediamo quale sia la ragione di una revisione completa delle Indicazioni nazionali, dopo la prima elaborazione nel 2012 e l’aggiornamento nel 2018. Pur riconoscendo la necessità di alcune integrazioni, l’unica ragione che intravediamo è di modificare radicalmente una visione di scuola e una visione della conoscenza intesa come complessità, pensiero critico e riflessivo nel tentativo di rispondere alle sfide del presente”.

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Nel corso dell’audizione la Flc è entrata poi nel merito dei contenuti, “a partire dal paragrafo sull’educazione alle relazioni che riteniamo inadeguato e dalla considerazione che la violenza di genere - definita una triste patologia – possa essere contrastata con l’educazione del cuore e la bona fides”.

Male anche il capitolo sulla storia che, “oltre ad avere un approccio occidentocentrico, la riduce di fatto a strumento per rafforzare la dimensione identitaria e non il pensiero critico, privilegiando nel metodo l’aspetto narrativo più che scientifico”.

“Riteniamo in generale che il testo delle Nuove Indicazioni nazionali contenga un impianto culturale ideologico, dogmatico e obsoleto, in cui vengono proposti metodi e contenuti di un rassicurante passato remoto o remotissimo. La scuola per fortuna è più avanti di così”, conclude Fracassi.