“Esprimiamo preoccupazione per gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale. Pur comprendendo la necessità di tutelare i pensionati con assegni più bassi, non possiamo ignorare che questo sistema comporta un'erosione del potere d'acquisto per centinaia di migliaia di pensionati, senza alcuna garanzia di recupero futuro. Non si può far cassa sulle pensioni, giustificando tagli con la necessità di politiche economiche di emergenza che si trasformano poi in misure strutturali”. Così la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione e il segretario nazionale Spi Cgil Lorenzo Mazzoli commentano la sentenza, depositata oggi, con cui la Consulta ha dichiarato legittimo il sistema di raffreddamento della rivalutazione automatica delle pensioni introdotto dalla Legge di Bilancio 2023.

"La Corte sostiene che delle perdite subite si potrà tenere conto in eventuali future manovre, ma questa non può essere considerata una garanzia”, sostengono i dirigenti sindacali, che ricordano come "il meccanismo della mancata piena rivalutazione colpisce in particolare i pensionati che hanno lavorato per una vita, versando contributi importanti, pagando le tasse e mantenendo il nostro sistema di welfare e servizi, e che ora vedono ridursi progressivamente il valore delle proprie pensioni. Con una inflazione cumulata che negli ultimi anni ha raggiunto il 17% – sottolineano – si sta programmando la riduzione generalizzata del potere d’acquisto: succede con il rinnovo dei contratti di lavoro quando è il Governo a dover decidere, come per quello delle Funzioni centrali, e vale per le pensioni”.

Inoltre “è inaccettabile che si chiedano sacrifici ai pensionati mentre 100 miliardi di euro circa all’anno vengono sottratti alle casse dello Stato a causa dell’evasione fiscale e contributiva”. La segretaria confederale della Cgil e il segretario nazionale dello Spi affermano che “continueremo a batterci per garantire i diritti alle pensionate e ai pensionati a partire dalla rivalutazione piena delle pensioni, e per un lavoro stabile e sicuro anche per i giovani, per evitare che in futuro diventino pensionati poveri, obiettivo che ci prefiggiamo di raggiungere anche attraverso i referendum sul lavoro”.

“Riteniamo comunque ancora valido - concludono Ghiglione e Mazzoli - il contenzioso che come Cgil e Spi abbiamo portato avanti in diversi tribunali d’Italia, che ha come obiettivo anche quello di chiedere l’applicazione della medesima percentuale di rivalutazione calcolata per fascia di importo e non per l’intero trattamento, così da ripristinare un principio di equità, attraverso criteri di proporzionalità e progressività”.