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"Accogliamo con favore la notizia del terzo richiamo vaccinale in arrivo fra pochi giorni, ma invitiamo la Regione a fare subito chiarezza su una questione sottovalutata durante il primo ciclo: l’immunizzazione a domicilio. Argomento che ci sta particolarmente a cuore perché riguarda migliaia di anziane e anziani veneti, che spesso vivono da soli senza alcun punto di riferimento". Questo l'appello di Elena Di Gregorio, Tina Cupani e Debora Rocco, segretarie generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto, che in questi mesi così difficili hanno lavorato con impegno sia per sensibilizzare la popolazione, in particolare quella più anziana, sia per far emergere i problemi organizzativi segnalandoli a palazzo Balbi.
I sindacati chiedono che la programmazione della terza dose avvenga in modo ben organizzato e soprattutto coerente con le esigenze delle diverse fasce della popolazione, con particolare attenzione ai soggetti più fragili come gli over 80, molti dei quali non sono autosufficienti (del tutto o parzialmente) e soffrono di più malattie croniche anche gravi. Oltre alla vaccinazione a domicilio, i sindacati invitano la Regione a comunicare le modalità con cui verranno immunizzati gli ospiti delle case di riposo:
"Bisogna porre massima attenzione a questi anziani - proseguono le tre sigle di categoria - che sono state le prime vittime del Covid, sia per il numero di vittime sia per il tragico isolamento vissuto prima del vaccino. Allo stato attuale abbiamo poche indicazioni in merito, sappiamo solo che si sta facendo un non meglio specificato monitoraggio degli ospiti nelle Rsa. Il tempo stringe, vogliamo capire come ci si sta organizzando".
Infine, le organizzazioni dei pensionati chiedono alla Regione di definire in modo chiaro anche il ruolo dei medici di base e delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) nella somministrazione della terza dose, e di rendere davvero efficiente e funzionale l'annunciato portale delle prenotazioni dedicato, "per scongiurare le turbolenze che hanno caratterizzato la prima fase della vaccinazione, ma anche i mesi successivi nei quali siamo dovuti intervenire più volte per aggiustare il tiro rispetto alle indicazioni della Regione".
"Troppi anziani – sottolineano i sindacati della terza età - hanno vissuto una vera e propria odissea per capire a chi rivolgersi, come avere il vaccino e come organizzarsi per riceverlo a domicilio. Facciamo tesoro dell'esperienza passata e partiamo con il piede giusto: alla Regione chiediamo indicazioni chiare e precise, e un'organizzazione che tenga conto delle esigenze di tutti".