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309 morti. 309 uomini, donne, bambini, bambine. “Quando muoiono i bambini la vita si ferma davvero”, dice qualcuno. Eppure vita e morte si intrecciano, dolore e speranza si mescolano tra enormi tragedie e piccoli miracoli.
Tra le persone estratte vive dalle macerie Marta Valente, 24 anni di Bisenti, studentessa di Ingegneria, salvata dopo 23 ore, Eleonora Calesini, 21 anni di Mondaino, estratta dopo 42 ore, Maria D’Antuono, 98 anni di Tempera che, trovata viva dopo 30 ore, dichiarerà di aver trascorso il tempo lavorando all’uncinetto.
I funerali di Stato
Il 10 aprile si svolgono i funerali di Stato di 205 delle oltre 300 vittime accertate alla Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza a Coppito dell’Aquila alla presenza di 1.600 familiari e 5.000 persone.
Alla cerimonia partecipano il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i presidenti di Senato e Camera dei deputati Renato Schifani e Gianfranco Fini, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, alcuni membri dell’opposizione (Dario Franceschini, Piero Fassino, Rosy Bindi, Franco Marini). E’ presente il ministro dell’Interno Roberto Maroni coi sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, partecipa l’ex presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Una lunga giornata fatta di abbracci, strette di mano, commozione e promesse di ricostruzione, purtroppo non sempre mantenute.
Riporta il quotidiano la Repubblica:
Si comincia con il messaggio del Papa letto dal suo segretario personale, monsignor George Gaenswein. Benedetto XVI definisce il terremoto “un’immane tragedia”, ma chiede che si “continui a sperare senza cedere allo sconforto”. (…) Poi tocca al cardinal Bertone invitare alla speranza: “Sotto le macerie dell'Abruzzo la c’è la voglia di ripartire, di tornare a sognare”. E nelle parole del prelato si fa strada il ricordo di Marco Cavagna, il pompiere morto per infarto mentre cercava di aiutare le vittime. La commozione è palpabile. Le lacrime rigano i volti. Anche quelli dei rugbisti della squadra dell’Aquila. Sotto le macerie ha perso la vita uno di loro, Lorenzo Sebastiani, il pilone della squadra. Sulla bara qualcuno ha steso la maglia della Nazionale. Dolore e ancora dolore. C’è chi non regge e viene colto da malore. Chi si aggrappa ai volontari della protezione civile cercando conforto. Bertone e il vescovo dell'Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, benedicono le bare. Le note del Miserere rompono il silenzio. È un dolore che unisce (…) C’è una signora con un golf grigio e un grosso cerotto sull’orecchio che vuole stringere la mano a tutti: presidenti, premier, ministri. Lo fa con paziente insistenza e, a uno a uno, Napolitano, Berlusconi, Ciampi, Letta, Fini, Schifani, si alzano e l’abbracciano. E' un gesto come di coinvolgimento; contiene una richiesta d'impegno preso personalmente tra la signora col golf grigio e le autorità in grisaglia.
Un impegno alla ricostruzione. Un impegno al “non vi lasceremo soli”.
Impegni non sempre mantenuti
A L'Aquila la ricostruzione privata è stata quasi completata mentre molti edifici pubblici sono ancora fermi, comprese le scuole. La tragedia porterà con sé anche l’apertura di diverse inchieste.
Sono 202 i fascicoli di inchiesta che hanno riguardato i reati di omicidio colposo, lesioni colpose, crollo colposo per ogni edificio crollato o seriamente danneggiato sia che abbia o no causato vittime o feriti.
Ma nell’ottobre scorso arriva l’ennesima - ultima in ordine di tempo - beffa, manifestatasi sotto forma di una sentenza dal Tribunale civile che, accogliendo un’eccezione sollevata dall’Avvocatura di Stato, attribuisce il 30% della colpa, per i morti causati dal sisma del 2009, alle stesse vittime.
La colpa è delle vittime. Quante volte ancora saremo ancora costretti a sentire questa terribile, inaccettabile, inumana frase?