“A tre anni dall’avvio del Pnrr e a 16 mesi dalla scadenza, lo scenario dello stato di attuazione della Missione Salute (M6) è allarmante, con troppi progetti che procedono a rilento, con ritardi nell’esecuzione dei lavori o ancora fermi alla fase di progettazione”. A denunciare la situazione è la Cgil Abruzzo Molise in una iniziativa pubblica alla quale ha preso parte anche la segretaria della Cgil nazionale, Daniela Barbaresi.

“L’ambiziosa sfida del Pnrr di costruire una sanità territoriale in grado di alleggerire pronto soccorso e liste d’attesa, e allo stesso tempo prendersi cura dei pazienti a partire dalle loro condizioni sociali, sembra al di là delle capacità di questo governo regionale – si legge nella nota firmata da Carmine Ranieri, segretario geenrale della Cgil regionale, e Alessandra Tersigni della segreteria –. Già in Italia le poche opere completate e collaudate rendono concreto il rischio di non conseguire gli obiettivi strategici entro giugno 2026. Questo emerge da un’analisi del Report sullo stato di attuazione della Missione Salute a cura dell’Area Stato Sociale e Diritti della Cgil, stilato elaborando i dati della piattaforma di monitoraggio ReGiS predisposta dal Mef”

L’analisi dei dati

Dall’analisi dei dati emerge, sottolinea la Cgil Abruzzo Molise, che a dicembre 2024 risultano a livello
nazionale finanziati 10.084 progetti per 19,2 miliardi di euro complessivi. “In Abruzzo, i finanziamenti destinati al potenziamento della sanità territoriale e ospedaliera ammontano a 401,2 milioni di euro, con una copertura del 79,5% garantita dal Pnrr, mentre il restante proviene da risorse statali e da altri fondi. Nonostante la
disponibilità dei finanziamenti, l’avanzamento della spesa rimane limitato. Sono stati spesi finora 54,5 milioni di euro, pari al 13,1% dei fondi disponibili, un valore inferiore alla media nazionale, che si attesta al 18,1%”.

La situazione in Abruzzo appare critica, con diversi progetti che mostrano difficoltà nell’attuazione. “Rispetto al dato nazionale, che segnala il 40,8% dei progetti in ritardo, in Abruzzo la percentuale risulta ancora più alta, soprattutto per quanto riguarda le strutture sanitarie territoriali, tra cui le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità, strutture strategiche per l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale. Per quanto riguarda le Case della Comunità, da ReGIS risultano finanziati progetti per 40 strutture, per un valore complessivo di 63,4 milioni di euro. A dicembre 2024 risultano effettuati pagamenti per soli 5,1 milioni: dopo tre anni dall’avvio del Pnrr, è stato speso l’8,1% dei fondi disponibili. Dei progetti monitorati, nessuno risulta completato e collaudato, mentre ben 24 su 40 presentano almeno uno step in ritardo (60% dei progetti totali)”.

“Nel dettaglio, sono in corso i lavori per la realizzazione di 16 strutture ma ci sono ritardi evidenti e diffusi nell’esecuzione dei lavori per più della metà dei progetti. In particolare, ci sono ritardi nell’avvio dei lavori di esecuzione di 24 strutture. Nessun cantiere è arrivato a conclusione. Non meno critica la situazione degli Ospedali di Comunità, le strutture sanitarie a prevalente gestione infermieristica, fondamentali per garantire le cure intermedie e la continuità assistenziale nel passaggio dall’ospedale al ritorno a casa dei pazienti. Sono
stati finanziati progetti per undici strutture, per un valore complessivo di 27,8 milioni di euro, dei quali nessuno risulta completato e collaudato, mentre cinque progetti presentano almeno una fase in ritardo (45,5% del totale)”.

La fase dell’esecuzione dei lavori non risulta completata per nessuno degli undici Ospedali di Comunità; sono in corso i lavori per la realizzazione di sei strutture (54,5%), ma ci sono ritardi nell’avvio dei lavori delle altre cinque opere da realizzare (45,5%). Inoltre, a fronte di un finanziamento complessivo di 27,8 milioni di euro, a dicembre 2024 risultavano essere stati effettuati pagamenti per 1,9 milioni di euro (pari al 6,8% dei fondi)”.

Il nodo del personale 

“In questo scenario – scrive la Cgil – è davvero difficile credere che la Regione Abruzzo possa immaginare di riuscire a terminare tutti i lavori per collaudare le strutture entro giugno 2026, data prevista per la scadenza definitiva. Inoltre resta il nodo del personale: non basta costruire strutture se non si mettono nelle condizioni di essere operative ed efficienti. In una Regione dove 60 mila cittadine e cittadini non hanno un medico di famiglia, è necessario prendere in considerazione i possibili e auspicabili sviluppi della figura dei
medici di medicina generale alle dipendenze del SSN, solo per Case e Ospedali di Comunità. Ma su questa partita non si vedono atti di interessamento concreto da parte del ministero della Salute”.

“La Regione Abruzzo non spende le ingenti risorse finanziarie disponibili del Pnrr e al contempo aumenta le tasse ai cittadini nonostante dei 130 milioni di euro che già oggi entrano nelle casse regionali attraverso le addizionali Irpef, poco o nulla viene investito nella sanità. La Cgil ha più volte ribadito la necessità di assumere 33 mila unità di personale a livello nazionale. In Abruzzo, con 40 Case della Comunità e undici Ospedali di Comunità finanziati, si stima la necessità di un numero compreso tra 280 e 440 infermieri, oltre a 40 assistenti sociali e un numero di operatori sociosanitari variabile tra 200 e 320.
Sarebbe l’unico concreto intervento che migliorerebbe i tempi di attesa riempendo il vuoto degli spot governativi o l’inconsistenza degli atti ministeriali”.

Vertenza Abruzzo Molise Pnrr

“Quanti ricoveri impropri si potrebbero evitare garantendo la presa in carico da parte di un’adeguata rete di assistenza territoriale? Quanta pressione negli ospedali, a partire dagli accessi impropri nei pronto soccorso, si potrebbe evitare? Per rendere effettivo il diritto alla tutela della salute occorre adeguare l’offerta di
assistenza ai bisogni della popolazione con un forte investimento nel territorio
, superando divari e diseguaglianze tra le diverse aree del Paese. La nostra mobilitazione per rafforzare e rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale – concludono Carmine Ranieri e Alessandra Tersigni – non potrà prescindere da una
‘Vertenza Regionale Pnrr’ per evitare che anche questa sia un’occasione persa per l’Abruzzo”.