“Non ha sorpreso la recessione registrata nel secondo semestre 2018, e ora non stupisce il rimbalzo positivo dell'economia italiana nel primo trimestre 2019. Sarebbe invece davvero stupefacente se il Governo inneggiasse a una nuova ripresa: la modesta variazione del Pil conferma che usciamo dalla recessione per restare nella stagnazione”. È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale a commento delle stime preliminari sul Pil diffuse quest’oggi dall’Istat.
Nello specifico, la Confederazione evidenzia come “la crescita nazionale resta, purtroppo, ancora molto vicina allo zero (0,2), e comunque sempre inferiore a quella europea (0,4). Di nuovo - aggiunge - è solo l'export a far crescere il Pil e, come rileva l'Istituto nazionale di statistica, la domanda interna resta negativa”.
“Rispetto a un anno fa - ricorda il sindacato di corso d’Italia - il Pil cresce tendenzialmente di un decimale, in linea con la revisione a ribasso del Def. Quindi, i conti non tornano e preoccupa la probabile manovra restrittiva. Il decimale di crescita in più per l'anno in corso verrebbe generato, come stimato nel Documento, dal decreto ‘sblocca cantieri’ e dal cosiddetto ‘decreto crescita’. Non ci siamo. Ancora una volta, non si affrontano gli ostacoli strutturali che frenano la crescita italiana”.
Secondo la Cgil “per far ripartire l’economia del Paese, che dal 2007 ha perso oltre 4 punti di Pil e un milione di posti di lavoro, occorrono un'imponente strategia di investimenti pubblici, di sostegno fiscale ai salari e alle pensioni, e un piano straordinario di occupazione pubblica, così come avanzato da Cgil, Cisl e Uil nella piattaforma unitaria e rilanciato in tutti gli incontri con Governo e Parlamento”. “Domani, in tutte le piazze dove festeggeremo il primo maggio, a partire dalla manifestazione nazionale di Bologna, rivendicheremo quindi lavoro, diritti e stato sociale”, conclude la Cgil.