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"Marco Biagi apparteneva alla schiera di giuslavoristi impegnati a cogliere le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro e ad accompagnarle nelle proposte di innovazione anche normative per confermare il significato dell'affermazione contenuta all'articolo 1 della nostra Carta Costituzionale".
Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, commemora Marco Biagi a vent'anni dal suo assassinio per mano di un commando di terroristi appartenenti alle Nuove Brigate Rosse.
"Epigoni della criminale avventura brigatista - ricorda il Capo dello Stato -, in preda al più cupo delirio ideologico, colpirono a morte, al ritorno a casa dopo la giornata all’Università, un uomo appassionato e inerme, uno studioso aperto ai fermenti della società. Il pensiero deferente si rivolge anzitutto alla signora Marina Orlandi e ai familiari, così crudelmente provati, capaci di esprimere nel dolore grande dignità, alimentando, negli anni, l’impegno di ricerca degli amici e dei colleghi di Marco Biagi, dando seguito al suo impegno civile, culturale, politico".
"Altri coraggiosi riformatori al pari di Biagi erano stati uccisi - prosegue il presidente della Repubblica -, Ezio Tarantelli e Massimo D'Antona. Ciò che il terrorismo pretendeva di cancellare era proprio la capacità di dialogare, di connettere i diritti con le trasformazioni in atto nell'economia e nella società, di tenere viva la mediazione tra istituzioni, imprese, forze sociali, per sostenere lo sviluppo del Paese unitamente ai valori di equità e giustizia. Le testimonianze di Marco Biagi e di queste personalità fanno parte della memoria della Repubblica e restano esempi per la nostra comunità, ai quali possono guardare i giovani che vogliano essere protagonisti e costruttori di un domani migliore", conclude Mattarella.