Studenti, sindacati, associazioni e reti sociali territoriali. Sono loro i protagonisti della manifestazione di oggi (14 dicembre) a Roma contro il cosiddetto ddl sicurezza. Tanti i cartelli e gli striscioni in piazza, tra cui, si legge, “dittatura senza democrazia, senza libertà, senza sicurezza”. “La repressione serve solo a rinforzare e unire le oppressioni. No ddl paura”, è la scritta che campeggia sul camion che apre il corteo. E poi ancora: “Se voi fate il fascismo, noi seminiamo resistenza: no ddl paura”. Almeno 100 mila i presenti, stando alle cifre fornite dagli organizzatori. Tra le bandiere che sventolano ci sono quelle della Cgil, di Arci, dei Cobas, qualcuna della Palestina. Il percorso si snoda da piazzale del Verano fino a piazza del Popolo. “Non ci arrendiamo questo è solo il primo passo”, dicono gli organizzatori dal camion di apertura.
Giove, Cgil: il ddl va ritirato immediatamente
“Anche il popolo della Cgil è oggi in piazza contro un disegno di legge che colpisce diritti e democrazia”. Lo afferma il segretario organizzativo del sindacato, Luigi Giove, dal corteo che sta attraversando le vie della Capitale per raggiungere piazza del Popolo. “Siamo qui – prosegue il dirigente sindacale – per garantire il diritto di chi lotta per difendere il proprio lavoro, per tutelare il diritto a manifestare, anche il proprio dissenso. Si vorrebbero criminalizzare forme di protesta pacifiche che sono indispensabili affinché la democrazia si possa definire tale. Lo ribadiamo con forza: il disegno di legge sicurezza va ritirato immediatamente”.
Un grave attacco ai diritti
Durante il corteo, promosso dalla "Rete nazionale no a ddl sicurezza”, ci sono state diverse azioni comunicative sui temi legati al provvedimento, definito “un grave attacco ai diritti, alla democrazia e alla libertà di espressione”. Un corteo rumoroso: in molti hanno raccolto l’invito degli organizzatori che hanno chiesto di portare pentole, padelle, coperchi “per dare vita a un cacerolazo!".
Secondo la Rete, cui hanno aderito circa 200 realtà da tutta Italia, “criminalizzare preventivamente ogni forma di dissenso, moltiplicare inverosimilmente il numero di reati contro chi protesta e disobbedisce, rappresenta uno dei più gravi attacchi nella storia della nostra Repubblica ai diritti fondamentali, al diritto di manifestare e dissentire, trasformando l'Italia in un Paese autoritario. Non c'è alcuna sicurezza garantita da questo provvedimento. Si respira solo la paura della libertà. E siamo determinati a fermare questo attacco alla democrazia”.
La Sapienza, facoltà di Lettere occupata
Nel frattempo all'Università La Sapienza gli studenti della facoltà di Lettere hanno occupato l’edificio. Tommaso, uno dei ragazzi presenti, ha dichiarato che l'occupazione è parte di un percorso che coinvolge anche altre università italiane: “Il provvedimento non riguarda la vera sicurezza – ha spiegato –, la sicurezza la fanno i collettivi e chi lotta per la giustizia sociale, ecologica e transfemminista”. Per gli studenti, “il decreto rappresenta una minaccia alla libertà di dissenso e una spinta verso un sistema autoritario, senza garantire la vera sicurezza per i cittadini”.