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Via libera ieri (giovedì 21 ottobre) alla Camera alla mozione presentata da Pd, M5s, Leu e Italia Viva sullo scioglimento di Forza Nuova. Il testo votato "impegna il governo a valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente, adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Fn e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione fascista, artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana".
E allora valutiamole, e in fretta, queste “modalità”. L’articolo 1 della legge del 20 giugno 1952, la legge Scelba, menzionando la Costituzione, stabilisce il contesto nel quale è possibile parlare di riorganizzazione del disciolto partito fascista: "Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politico o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principii, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista".
L'assalto alla sede nazionale della Cgil, guidato da Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, e Giuliano Castellino, esponente di spicco dello stesso soggetto politico, non rientrano forse nell'uso della violenza quale metodo di lotta politico? Per non citare centinaia di episodi di matrice fascista compiuti da Forza Nuova e precedenti all'agguato al sindacato dello scorso 9 ottobre.
Il governo intervenga con urgenza e sciolga per decreto Forza Nuova. Senza perdere tempo. Ci sarà modo in seguito di parlare dell'ordine del giorno votato dal centrodestra che, come scrive il presidente nazionale dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo, sul Manifesto di oggi, "rifiuta il riconoscimento esplicito e definitivo che il pericolo reale per la democrazia oggi è costituito da fascismi, razzismi e nazionalismi".