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Nel giorno in cui Bologna celebra la sua Liberazione dal regime fascista arriva la notizia che la destra si prepara a organizzare un primo maggio tutto suo nella città delle due Torri. È il Movimento nazionale patrioti a lanciare l'idea di una manifestazione nazionale che chiama a raccolta "lavoratori e patrioti" "nella speranza che questa giornata rappresenti l'inizio di una nuova sinergia tra tutti i veri patrioti italiani". Nessuna indicazione specifica né sul luogo né sulla piazza. Solo l'orario: le 15. E la città si ribella.
Per la Cgil guidata da Maurizio Lunghi si tratta di "una provocazione fascista in una città medaglia d'oro della Resistenza". Lunghi si dice preoccupato per queste manovre che potrebbe cavalcare un clima di insofferenza e violenza aggravato dalla crisi economica e dalla pandemia. Un oltraggio che il sindacato non ha alcuna intenzione di tollerare. Michele Bulgarelli, segretario della Fiom Cgil provinciale promette che le tute blu saranno "in campo come sempre per impedirlo. Il Primo maggio dobbiamo difendere un'idea costituzionale di lavoro e quindi va da sè che la Bologna città partigiana e la Bologna metalmeccanica non permetteranno ai fascisti vecchi e nuovi di prendersi una piazza".
A lanciare un appello alle istituzioni affinché fermino la marcia anche l'Arci e le Cucine popolari di Roberto Morgantini: è "l'estrema destra negazionista, no vax, xenofoba. Chi governa questa città e chi ambisce a farlo deve prendere parola e fare tutto ciò che può per evitare che questo succeda",