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Al governo chiedono un svolta, a partire da un intervento sul cuneo fiscale più robusto, andando ben oltre i 2,7 miliardi di euro promessi dall'esecutivo. Una cifra insufficiente per lasciare più denaro nelle tasche di lavoratori e pensionati, così da rilanciare la domanda interna e la crescita del Paese. È con questo spirito, quello appunto di sollecitare un vero cambiamento di rotta, che Cgil, Cisl e Uil vanno oggi (lunedì 7 ottobre) a Roma all'incontro con il governo sulla prossima Legge di bilancio che dovrà essere scritta sulla base della Nota di aggiornamento al Def: l’appuntamento è alle ore 12 a Palazzo Chigi.
“Io mi aspetto una migliore e netta riduzione delle tasse sul lavoro dipendente e sui pensionati, aumentando le risorse destinate a questo obiettivo”. Così il segretario della Cgil Maurizio Landini, che oggi guida la delegazione di corso d’Italia, parlando venerdì 4 ottobre a Trani alla Festa di LiberEtà, il mensile dello Spi Cgil: “È necessario un segnale forte e chiaro, cioè visibile, perché aumentare il netto in busta paga per i lavoratori e i pensionati vuol dire ridare fiducia, rialimentare i consumi e far ripartire l'economia”. La Cgil chiede al governo anche “una rimodulazione della tassazione, perché non ha senso che la percentuale di tassazione sui profitti delle imprese sia più bassa delle tasse che pagano i lavoratori sul lavoro”.
Tema centrale della prossima manovra finanziaria deve essere “il riavvio degli investimenti, soprattutto mettendo a disposizione quelli veri e per questo serve una lotta senza quartiere all'evasione fiscale. Non è accettabile che il 94 per cento delle entrate dell'Irpef venga pagato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, e che permanga un’evasione fiscale da 109 miliardi”. Infine, il tema delle pensioni: “Occorre riaprire una discussione vera sulla revisione della legge Fornero, perché quota 100 non l’ha modificata. Chiediamo anzitutto una pensione di garanzia per i giovani e il riconoscimento della differenza di genere, quindi un trattamento migliore per le donne. E poi bisogna finalmente considerare che i lavori non sono tutti uguali, quindi occorre introdurre una flessibilità in uscita che permetta alle persone di decidere quando andare”.
La vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi, parlando ai microfoni di RadioArticolo1, evidenzia l’apprezzamento del sindacato per l’attenzione posta al contrasto dell’evasione fiscale. “Abbiamo apprezzato molto che sia stata accolta una richiesta storica della Cgil, cioè mettere in campo le risorse da parte da chi non le paga”, ha detto: “È un primo passo, anche se per noi i 7 miliardi ipotizzati da stanziare restano pochi. Quindi è possibile fare di più, ma c'è un segnale che va nella direzione giusta. Pare anche definitivamente chiusa la lunghissima stagione dei condoni o dei para-condoni, che era un messaggio devastante per il Paese, l'humus in cui è cresciuta una larga infedeltà fiscale”.
Dalla nota di aggiornamento al Def arriva pure un altro segnale: si riafferma infatti con forza la progressività fiscale, un’altra delle richieste avanzate da tempo dai sindacati. “Anche qui - commenta Fracassi - la direzione è giusta, ma siamo ancora lontani con le cifre. Ci deve essere un intervento tangibile sul versante delle risorse economiche, che per il primo anno ancora è distante. Due miliardi e settecento milioni sono insufficienti per un'operazione concreta e visibile nelle buste paga e nei cedolini della pensione. Su questo bisogna assolutamente trovare risorse aggiuntive”. E soprattutto bisogna abbassare le tasse sul lavoro dipendente e le pensioni: “Io sarei anche d'accordo nel rivedere le aliquote Irpef, per esempio, differenziando per i redditi molto alti. Ma è un’operazione che non sembra all'ordine del giorno, perché lo escludono tutti. Invece per noi si potrebbe intervenire sulla ricchezza finanziaria. Darebbe senso a quell'idea di giustizia fiscale che in questi anni è mancata”.