“La risposta che abbiamo avuto è molto positiva: quattro milioni di firme in un Paese dove la metà degli elettori non vota più”. Così il segretario generale Cgil Maurizio Landini commenta oggi (lunedì 22 luglio), in un’intervista al Corriere della Sera, la consegna delle firme in Cassazione: “Il tema di fondo è la libertà di essere delle persone, di non essere precari, di avere un lavoro tutelato e uno stipendio dignitoso. E di non morire sul lavoro, perché un referendum parla anche di questo, richiamando la responsabilità delle società appaltanti”.

Lavoro e salari al palo

Landini centra il suo ragionamento sulle condizioni (anche salariali) del lavoro in Italia. “Abbiamo 4,5 milioni di lavoratori part time, spesso involontari; 3 milioni a termine, 3 milioni in nero, un milione a chiamata, un milione di somministrati e 4-5 milioni di partite Iva o collaborazioni che non arrivano a 20-25 mila euro all'anno”, dice il leader Cgil: “Una precarietà che colpisce in particolare giovani e donne. E crescono ineguaglianze e povertà”.

Autonomia, uno schiaffo alle libertà

Ineguaglianze destinate ad aumentare con la recente approvazione dell’autonomia differenziata, su cui la Cgil sta raccogliendo le firme per il referendum abrogativo: “Lo Stato sociale è una conquista del mondo del lavoro. Anche qui c'è una questione di libertà: il diritto di tutte e tutti di accedere alle cure e all'istruzione su tutto il territorio e di avere gli stessi diritti anche sul lavoro, cosa che viene messa in discussione dall'autonomia differenziata”.

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Costituzione come faro

Per Landini occorre “ridare voce al lavoro come fattore centrale di sviluppo. La nostra è la battaglia di un sindacato confederale che ha 130 anni di storia e ha sempre fatto politica per affermare la libertà e la giustizia sociale dentro e fuori dai luoghi di lavoro”. E aggiunge: “Le nostre proposte hanno tutte un merito, per cambiare il modello sociale ed economico. Per noi la Costituzione va applicata, non stravolta come vuole fare il governo”.

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Quattro milioni di grazie

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Europa, l’Italia più debole

Venendo proprio all’esecutivo, per Landini il mancato voto a favore di Ursula von der Leyen “ha indebolito il nostro Paese, per di più in un momento in cui l'Italia è sotto procedura d'infrazione. Alla nuova commissione Ue ribadiamo che va superata l'austerità e rimesso al centro il lavoro, mentre negli ultimi 15 anni le norme hanno privilegiato il mercato a scapito dei diritti. Abbiamo le nostre proposte per l'Europa e per l'Italia. Ad esempio in agricoltura, contro il caporalato, pensiamo che siano necessari indici di congruità tra estensione dei terreni, produzione e lavoratori impiegati”.

Contratti da rinnovare

L’ultima battuta è per i rinnovi contrattuali. “Ci sono ancora più di tre milioni di dipendenti pubblici senza contratto e il governo ha stanziato solo un terzo delle risorse necessarie”, conclude il segretario generale Cgil: “Passando al settore privato, vedo importanti contratti da rinnovare: mi riferisco ai metalmeccanici, ai tessili, agli edili, ai chimici. Non si sta recuperando il potere d'acquisto, mentre la riforma fiscale fatta dal governo colpisce salari e pensioni”.

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