Da Piazza della Loggia arriva un messaggio chiaro: “Il mondo del lavoro è sempre per la pace, contro ogni guerra e contro il massacro di ogni popolo, compreso il popolo palestinese”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, parlando dal palco di Brescia in occasione della commemorazione per i cinquant’anni della strage.

“Lo diciamo in modo molto chiaro – ha aggiunto il leader Cgil –: è il momento che la politica in Italia e in Europa torni a sviluppare la sua azione. È il momento della diplomazia e della pace, non della guerra, della violenza e della cultura fascista che abbiamo sconfitto e che non vogliamo più fare ritornare”.

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Lavoro

“C’erano sangue e vuoto”

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Riprendere la lezione di 50 anni fa

L’anniversario è stato l’occasione per ricordare le lotte di ieri, che si saldano con le lotte di oggi. Così Landini: “Le ragioni per cui le persone cinquant'anni fa erano in questa piazza erano proprio l’applicazione e la difesa della nostra Costituzione. Volevano sconfiggere definitivamente il fascismo e la cultura della violenza e della sopraffazione”. 

Ora è fondamentale guardare proprio a quell’esperienza: “Quella memoria, la capacità che questa città ha avuto di reagire e di riaffermare questi valori di democrazia devono essere oggi un insegnamento per tutto il Paese, non solo per Brescia”.

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Difendere sempre la Costituzione

Dalla piazza bresciana allora va ribadito con forza il valore della Costituzione. “Mai come adesso credo che sia importante rimettere al centro i valori e i principi della nostra Costituzione”, così il segretario, soprattutto “di fronte a una crisi della democrazia che in questi anni è cresciuta. È assolutamente importante non solo non dimenticare, ma recuperare quelle lotte, quei valori e quegli insegnamenti per costruire un futuro diverso per il nostro Paese”.

Non fu permesso cinquant’anni fa di sconvolgere la nostra Costituzione e non glielo permetteremo neanche oggi”, ha detto.

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No all’autonomia differenziata

Anche in questo caso occorre parlare “in modo esplicito”: “La nostra Carta non va cambiata: va realizzata in tutte le sue parti e in tutti i suoi principi. Noi vogliamo unire il Paese, non dividerlo, non siamo d’accordo con l'autonomia differenziata né con chi pensa di trasformare la nostra democrazia con la democrazia del capo”.

Proprio per la difesa dei principi costituzionali, ha concluso, passa il ricordo di chi ha perso la vita: “Penso che sia il modo migliore per ricordare chi ha perso la vita e chi in questi anni si e battuto per affermare quei diritti e quei valori”.