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"Sono più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all'estero che gli stranieri che scelgono di vivere nelle regioni meridionali del nostro Paese". A sottolineare questo dato, che emerge dalle anticipazioni del Rapporto Svimez sull’economia e la società del Mezzogiorno, è Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.
“Al governo diciamo basta litigi e divisioni. È il momento delle responsabilità e di dare risposte ai lavoratori, alle lavoratrici e ai veri problemi del Paese", afferma Landini, che sottolinea come le anticipazioni di Svimez facciano "piena luce sui reali problemi del Sud e del Paese, togliendo ogni alibi a chi nel governo continua a sbandierare la presunta minaccia dell’immigrazione".
“La cortina fumogena alzata sul Paese dalla macchina della disinformazione - aggiunge Landini - non riesce più a nascondere la realtà di un Sud che si allontana sempre più dal Nord e dall’Europa, con le politiche del governo che lo consegnano a una nuova stagione di recessione economica". Insomma, per il leader Cgil "il Paese è fermo e il Mezzogiorno rischia addirittura di tornare indietro", perché lo Stato "ha smesso di investire sul suo sviluppo, non esiste una politica industriale, i cantieri per le infrastrutture non partono e il divario nell’accesso ai servizi essenziali per i cittadini meridionali è sempre più marcato". "Per questo - rimarca Landini - progetti come l'autonomia differenziata, che puntano ancora di più ad aprire divari sociali e territoriali, vanno respinti con decisione”.
“I dati Svimez - conclude il segretario generale della Cgil - confermano quanto abbiamo discusso nell’incontro a palazzo Chigi con il presidente del Consiglio lunedì scorso, e rafforzano le nostre richieste avanzate al governo. È necessario un piano straordinario di investimenti per il Sud, anzitutto in infrastrutture sociali e per la mobilità. Le grandi opere di cui ha bisogno il Mezzogiorno si chiamano scuole, ospedali, asili nido e poi strade e reti ferroviarie che colleghino non solo il Sud con il Nord, ma soprattutto i territori meridionali tra di loro, con servizi efficienti e di qualità. Bisogna rafforzare gli organici e le competenze della pubblica amministrazione con un piano straordinario di assunzioni che ecceda il turn-over e fare un forte investimento in formazione. Non c’è più tempo per la propaganda, il governo deve ascoltare le nostre proposte e cambiare rotta, perché sul Sud si gioca il futuro del Paese”.