Per combattere la violenza contro le donne “sono gli uomini che devono cambiare, anche dal punto di vista culturale”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di Torino nella terza giornata di sciopero generale.
“Voglio cogliere quest’occasione – ha detto - non per un richiamo generico, su cui siamo tutti d’accordo. Voglio dire che la trasformazione e il cambiamento sono temi che riguardano noi uomini: dobbiamo mutare anche dal punto di vista culturale, perché dietro ai femminicidi ci sono gli uomini”.
Ricordando la tragedia di Giulia Cecchettin, il leader di Corso d’Italia ha aggiunto: “Giulia si stava laureando, la richiesta che le veniva fatta era quella di aspettare perché il ragazzo non poteva ancora laurearsi. Era una donna che dimostrava di essere più brava e più capace dell’uomo, quindi la reazione ha avuto caratteristiche tragiche. Finisci per uccidere una persona a cui dici di voler bene, perché consideri di avere il possesso e la proprietà della vita di un’altra persona”.
Ecco il tema di fondo su cui riflettere, secondo Landini: “Andiamo in piazza perché la battaglia contro la violenza sulle donne deve essere una battaglia di tutto il Paese – a suo avviso –. Ma occorre anche fare di più. C’è bisogno di un elemento pratico, concreto: non possiamo solo denunciare che nei luoghi di lavoro ci sono molestie e non c’è parità di trattamento. Dobbiamo anche adottare un’azione contrattuale che affronti il problema”.
Insomma, “non possiamo lasciare il tema solo alle donne, deve essere una rivendicazione centrale degli uomini in prima persona. Un cambiamento culturale deve collegare ciò che sta avvenendo: la lotta per l’uguaglianza sociale non è solo offrire delle pari opportunità, ma assumere le differenze di genere non più come elemento di divisione, ma come nuova cultura per rimodellare i rapporti tra le persone, sociali e nei luoghi di lavoro".