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“L’approvazione in via definitiva dell’autonomia differenziata alla Camera, in combinato disposto con il premierato, è una ferita profonda per la democrazia”. A dirlo sono la Cgil e le oltre 100 organizzazioni che compongono “La Via Maestra”, precisando che in questo modo “si ledono i diritti delle cittadine e dei cittadini, si compromette l’unità del Paese, si attacca la Costituzione nata dalla Resistenza antifascista”.
La Via Maestra, che ha portato centinaia di migliaia di persone in piazza il 7 ottobre 2023 a Roma e lo scorso 25 maggio a Napoli, chiama “alla mobilitazione le cittadine e i cittadini di tutte le Regioni contro la legge approvata, auspicando che si formi un ampio comitato promotore per la raccolta di firme che porti al referendum per l’abrogazione della legge Calderoli”.
Per le organizzazioni della Via Maestra “l’autonomia differenziata non colpisce solo il Mezzogiorno, ma l’intero Paese. Con questa legge appena approvata sono a rischio il diritto alla sanità pubblica, all’istruzione, alla salvaguardia dell’ambiente, alla sicurezza sul lavoro, alla possibilità stessa di promuovere nuove politiche industriali e di sviluppo capaci di creare lavoro stabile e di qualità”.
Cgil e associazioni rilevano che all’Italia non serve l’autonomia differenziata, che ridurrà ancora di più i diritti di tutte e di tutti. “Servono invece – continuano – investimenti per la sanità pubblica, per far crescere i salari, per l’istruzione, il welfare, le pensioni, l’ambiente, il lavoro. Anziché dare attuazione alla Costituzione, quella legge ne vìola i principi fondamentali: quelli dell’unità del Paese, della solidarietà, del superamento delle disuguaglianze”.
In conclusione, lanciano un appello “alle forze sociali, sindacali e politiche di dare vita a una grande e diffusa mobilitazione per contrastare l’autonomia differenziata, promuovere il referendum abrogativo della legge e avviare da subito la raccolta delle firme”.