“Le autorità italiane mettono a rischio la vita degli abitanti della Terra dei fuochi”. Con queste parole la Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha recentemente condannato l'Italia perché, pur riconoscendo la situazione, non ha preso le misure necessarie.
La storica sentenza, però, non ha fermato i fuochi. Nelle campagne di Acerra, Caivano e Orta di Atella si continuano a scaricare tonnellate di rifiuti tossici e i roghi illuminano ancora le notti.
Così, i comitati di cittadini, le associazioni ambientaliste e la Cgil, non possono fare altro che rilanciare la loro lotta per la salute e la legalità di tutti. “Accogliamo la sentenza con favore, perché dopo vent’anni ci dice che avevamo ragione e richiama l’attenzione dei media. Ma ora le istituzioni agiscano in fretta per salvare la nostra terra”.