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In fondo a questa vicenda resta soltanto la Cgil. Indigna leggere che una professoressa di Lettere del Liceo Moro di Reggio Emilia abbia diffuso materiale didattico revisionista il cui messaggio, in sintesi, era che la Resistenza è un’invenzione.
Il volantino revisionista
Nel volantino scioccante distribuito dalla docente accanto a una foto celebre che ritrae tre partigiane si legge: “Partigiane ne abbiamo? No pare proprio di no ed allora che si fa? Si prendono tre tizie e le si arma per far la foto. La prima a destra ha un fucile forse un po’ troppo lubrificato e perciò ha un fazzoletto o un giornale per non sporcarsi. Quella al centro, non sapendo come impugnarlo, decide di trascinare il fucile tenendolo come un ombrello (...). Bella foto che conferma una Resistenza nata dopo l’8 settembre del ’43, pagata dagli Alleati, inventata come questa foto”.
Il ministro Valditara attacca la Cgil
Di fronte alla reazione del sindacato, dalla parte di quei ragazzi che hanno contestato l’insegnante, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, risponde polemico in un post: “Non abbiamo bisogno degli inviti offensivi, strumentali e denigratori della Cgil per intervenire a difesa della verità storica e della Costituzione repubblicana”.
Al quale replica poco dopo il segretario generale della Cgil reggiana, Cristian Sesena: “Aspettiamo con ansia gli interventi promessi a difesa della Costituzione Repubblicana; non possiamo però non notare come il nostro ministro della istruzione continui ad avere vistosi problemi nella costruzione della frase; a: ‘Costituzione Repubblicana’ mancano: ‘antifascista’ e ‘nata dalla Resistenza’. Le uniche offese che vedo sono quelle verso l'intelligenza delle persone, degli studenti e degli insegnanti, ma, con buona pace di chi scambia la libertà di parola con la libertà di dire ogni sorta di stupidaggine, caro Valditara, noi continuiamo a resistere”.
Cgil e Flc reggiane: “Sgomenti e increduli”
“Come finire l'anno scolastico nel peggiore dei modi – scrivono Cgil e Flc di Reggio Emilia in un commento a caldo affidato a un comunicato congiunto –. Quanto accaduto al Liceo Moro ha dell'incredibile, ci lascia sgomenti e increduli”.
Il liceo Moro negli anni è stato spesso citato tra gli Istituti d’avanguardia della provincia e valutato capace di coniugare tradizione e innovazione, mettendo al centro la piena realizzazione e valorizzazione degli studenti. “Stupisce quindi ancor di più che questo episodio si sia verificato proprio tra le sue mura facendosi campanello d’allarme riguardo alla pericolosa deriva culturale a cui stiamo assistendo”.
“Ogni giorno si verificano tentativi di riscrittura della storia da parte di una ben chiara parte politica, attualmente al Governo – si legge nella nota del sindacato –. Qualcuno sostiene che il fascismo non esista più ma la mentalità fascista, invece, appare evidentemente ancora ben radicata anche in ambiti impensabili come quelli rappresentati dalla scuola dove, apprendiamo da questo episodio, complice un clima favorevole, chi fino a poco tempo fa non avrebbe avuto l’ardire di professare revisionismi pseudofascisti oggi non ha più timore”.
“Che la storia divenga all’interno della scuola pubblica da serissima materia di insegnamento ad autostrada di revisionismi e negazionismi è inaccettabile, come inaccettabili ci appaiono le posizioni espresse dall’insegnante del Moro che ha fatto carta straccia dell’esistenza e del significato della Resistenza italiana e europea manipolando le fonti e stravolgendo i fatti – sottolineano Cgil e Flc –. Inaccettabile anche lo stravolgimento ideologico dei temi e degli obiettivi dell’Agenda 2030, elaborata dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 2015. Perché stravolgere il significato di qualcosa non è esercizio del pensiero critico, in cui crediamo con forza, ma di nuovo revisionismo ideologico estraneo a fonti, fatti e studi”.
"Studenti, con la loro indignazione, spiraglio di Resistenza”
Per fortuna la scuola è raramente questo, e molto più spesso tanto altro.
“Gli studenti del Liceo Moro con la loro incredulità e indignazione costituiscono uno spiraglio di Resistenza che, ancora oggi, nelle nuove forme della nostra attualità sta a dimostrare che, come sostiene Massimo Baldacci, ‘la vera educazione non è neutrale, presuppone sempre la scelta di un orizzonte di valori’ – conclude il sindacato –. Per salvare questa scuola, per non disperdere l’indignazione di questi studenti, auspichiamo e chiediamo che la dirigenza scolastica, e il Provveditorato agli studi prendano una posizione chiara e assumano i conseguenti provvedimenti nei confronti di chi dovrebbe presiedere allo sviluppo intellettuale dei ragazzi e invece ha abusato del proprio ruolo educativo a favore di disvalori contrari ai principi sanciti dalla nostra Costituzione antifascista. La scuola pubblica deve promuovere lo sviluppo dello spirito critico, in un orizzonte di valori che non possono che essere democratici”.