Gli anni della pandemia hanno colpito duramente l'economia e il mercato del lavoro in Italia. E a pagare un dazio moto alto sono stati soprattutto i migranti. Secondo l'ultimo rapporto Istat "Le comunità migranti in Italia", infatti, i cittadini non comunitari regolarmente presenti nel nostro paese al 1° gennaio 2021 sono 3.373.876.
Gli stranieri in Italia provengono principalmente da Marocco, Albania, Cina e dall'Ucraina martoriata dalla guerra. Tra loro si registra un equilibrio di genere quasi perfetto: gli uomini sono il 50,5%, le donne il 49,5%. Le restrizioni alla mobilità delle persone, introdotte a livello globale hanno però determinato un drastico calo degli ingressi. Nel 2020 sono stati 106.503, con una flessione del 40% rispetto all'anno precedente.
Il mondo del lavoro migrante ha pagato un prezzo molto alto al Covid. Gli stranieri oggi in Italia rappresentano il 7,1% della forza lavoro. Un dato che mette in crisi tendenze consolidate nel corso dell'ultimo decennio. Si registra infatti per la prima volta un calo dell'occupazione non comunitaria e un incremento dell'inattività. il tasso di occupazione degli stranieri passa così dal 61% del 2019 al 57,3% del 2020. In discesa pure il tasso di occupazione femminile, oggi pari al 41,5% sul totale.
Nonostante tutto, però, i migranti restano molto attivi a livello imprenditoriale. Sono infatti quasi mezzo milione le imprese guidate da cittadini extra Ue, in aumento del 2,5% a differenza di quelle gestite da italiani. Nel complesso, le imprese “straniere” rappresentano l'8,2% del totale.
La popolazione extra Ue, inoltre, è decisamente più giovane di quella italiana: i minori sono 744.302, ovvero il 22,1% della popolazione non comunitaria, a fronte del 16,2% della popolazione italiana. Anche per questo la scuola rappresenta un ambiente di fondamentale importanza per l’integrazione dei bambini di origine straniera, che rappresentano una componente sempre più decisiva del sistema italiano. Nell’anno scolastico 2020/2021 gli alunni non comunitari sono stati oltre 686mila, l’8,2% della popolazione complessiva.