Attribuita a Carlo Magno, fondatore del Sacro Romano Impero più di 1.200 anni fa, la riflessione “conoscere un’altra lingua significa avere una seconda anima” è una bella spinta per chi riesce ad arrivare nella Fortezza Europa. Non di rado dopo drammatici viaggi della speranza costellati di autentiche tragedie, come raccontano le cronache del giorno e degli ultimi anni. Ma una volta arrivati, premesso che sfruttiamo i loro corpi con lavori duri, faticosi, malpagati, spesso senza diritti e tutele, abbiamo bisogno anche delle loro anime.

Un cammino virtuoso

E allora la Fondazione Metes della Flai Cgil, nel solco delle esperienze positive messe in pratica da paesi ben più civili del nostro come la Germania, la Francia e la stessa Inghilterra, va avanti nel suo virtuoso cammino per far conoscere la lingua italiana ai migranti. Con l’obiettivo di fare avere loro una certificazione dell’italiano come lingua straniera, in convenzione con l’Università di Roma Tre, allo scopo di far fare un passo avanti spesso decisivo per la conquista della cittadinanza.

In un paese in profonda crisi demografica, queste ragazze e ragazzi sono un’assicurazione sul futuro. Passerà a loro il testimone delle generazioni più anziane che hanno reso il made in Italy apprezzato (e acquistato) ai quattro angoli del pianeta. Ed è una vergogna vederli trattati, metaforicamente, come carne da cannone, oggetto di un ingiustificabile disprezzo da parte di alcune tristemente note forze politiche. Le stesse che poi non sanno come spiegare agli imprenditori che lamentano la carenza di personale il perché di un simile, allucinante corto circuito.

L’esame di italiano come lingua straniera è una delle certificazioni riconosciute dal ministero degli Affari esteri e dal ministero dell’Istruzione e del merito, oltre che a livello internazionale. Si articola in sei livelli secondo il quadro europeo di riferimento per le lingue: A1, livello di contatto; A2, livello di sopravvivenza, necessario per il permesso di soggiorno Ue; B, livello soglia, indispensabile per la richiesta di cittadinanza; B2, livello dell’autonomia; C1, livello dell’efficacia; C2, livello della padronanza.

Al lavoro per l’integrazione

“In questi anni già 1.500 persone in tutta Italia hanno sostenuto l’esame con noi – racconta Tina Balì, presidente della Fondazione Metes – Questo straordinario risultato è stato possibile anche grazie alla nostra partecipazione ai progetti Diagrammi Nord e Diagrammi Sud. Si sono create le condizioni per sostenere tante e tanti migranti attraverso interventi di integrazione socio-lavorativa e di contrasto allo sfruttamento”.

Hai bisogno di un attestato di conoscenza della lingua italiana per rinnovare il permesso di soggiorno o per fare richiesta di cittadinanza? Vuoi certificare il tuo livello di conoscenza dell’italiano al termine di un percorso di studi o per migliorare la tua situazione lavorativa? La Fondazione Metes ti viene incontro e può darti una mano con sportelli informativi, simulazioni d’esame, risposte a tutte le domande sui corsi e la certificazione finale, per affrontare la prova d’esame con la tranquillità. Per passare un esame di lingua italiana è importante fare pratica di comprensione orale (ascolto), comprensione scritta (lettura), scrittura e lingua parlata.

Una lingua per i diritti

Gli esami di svolgono in presenza. La sede principale è a Roma, ma sessioni d’esame si possono svolgere lungo l’intera penisola. “Stiamo pensando di aprirne una – anticipa Tina Balì – anche nella nostra casa del popolo di Borgo Mezzanone, dove sono migliaia i migranti impegnati nella raccolta di frutta, verdura e ortaggi, spesso costretti a vivere in condizioni indegne di un paese civile.

L’apprendimento della lingua italiana è essenziale per esercitare i propri diritti, nei luoghi di lavoro come nel resto della società. Fondamentale anche per non cadere nella rete dell’illegalità e dello sfruttamento. Inoltre, riuscire a comunicare senza difficoltà spesso permette anche di abbattere le barriere culturali che possono creare isolamento e discriminazione”.