“Inaccettabile”. “Inaudito”. Sono gli aggettivi che accompagnano la decisione della multinazionale americana Jabil Circuit di licenziare dal 25 maggio, giorno in cui scadranno le nove settimane di cassa integrazione, 190 dei 350 dipendenti dello stabilimento di Marcianise in provincia di Caserta. Una decisione comunicata nella serata di ieri alle organizzazioni sindacali di categoria che hanno immediatamente proclamato otto ore di sciopero. L’azienda ha infatti comunicato che non chiederà la proroga per altre nove settimane, prevista dal decreto Rilancio. Per le segreterie nazionali e territoriali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm Uil e Failms “licenziare 190 lavoratori durante una pandemia è una decisione intollerabile e illegale, un atteggiamento irresponsabile. In piena emergenza sanitaria ed economica – si legge in una nota unitaria – infischiandosene dei decreti del governo italiano che vieta i licenziamenti e non rispettando gli impegni presi al ministero dello Sviluppo Economico, Jabil mette in mezzo alla strada 190 lavoratrici e lavoratori con le loro famiglie, in un territorio già in grave difficoltà. A questo atto scellerato – sostengono Fiom, Fim, Uilm e Failms - ci deve essere una pronta risposta e un intervento immediato del presidente del Consiglio Conte, del Ministro Patuanelli e di tutto il governo perché non può essere permessa una decisione inaccettabile come questa che può rappresentare un inammissibile precedente”. Sulla vertenza è intervenuta anche Sonia Palmeri, assessore al Lavoro della Regione Campania.
“Sono in contatto con il Prefetto di Caserta, le organizzazioni sindacali e il ministero dello Sviluppo Economico – ha scritto sul suo profilo Facebook – per affrontare ancora una volta la vicenda Jabil. Ho chiesto al Mise, nella persona dell'ingegnere Giorgio Sorial, di indire con urgenza un momento di confronto, in videoconferenza o direttamente nella sede dell'Assessorato regionale al lavoro, a Napoli. Non si possono licenziare 200 persone”. La decisione della multinazionale sembra non aver sorpreso i lavoratori, in lotta da mesi per salvare il posto di lavoro. Michele Madonna, Rsu Fiom-Cgil Caserta, è uno dei potenziali 190 lavoratori a rischio licenziamento. “Non si può accettare un atteggiamento così sconsiderato da parte di una multinazionale che ha lasciato soltanto briciole in Italia per delocalizzare altrove. Nell'incontro di ieri – dice Madonna - sono venute a galla le tante cose che dicevamo da tempo: non è un problema di 190 persone ma in discussione è la tenuta dell'intero sito produttivo visto che ad oggi non ci sono commesse nemmeno per mantenere una piccola parte dei dipendenti. Credo che sia arrivato il momento, - conclude Madonna - da parte di tutti, di una presa di coscienza e stabilire da che parte stare. Io ho già scelto: sarò sempre lì a combattere contro questi signori”.