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“Se Salvini vuole querelare cinque milioni di iscritti, quereli tutti, ma non scappi dal problema e affronti la questione”. Così la Cgil nazionale replica al ministro dell'Interno, che nella mattinata di oggi (venerdì 31 maggio) ha annunciato di voler querelare un segretario confederale della Cgil in merito alle dichiarazioni sullo sblocca cantieri. “Nessuno della Cgil - prosegue la nota - ha mai pensato che il ministro dell’Interno possa mai favorire o, addirittura, essere colluso con la criminalità organizzata. È singolare, però, che dica che le leggi vanno bloccate o che servano condoni fiscali tombali. Il ministro dell’Interno è quello che deve far applicare le leggi non che le sospende o che, inavvertitamente, le modifica in direzione sbagliata”.
Per la Confederazione "è sotto gli occhi di tutti che quei provvedimenti sono sbagliati. L’ha detto anche l’Anac che siamo di fronte al rischio concreto di ‘aggravare talune criticità esistenti quali infiltrazioni criminali, violazione delle norme a tutela del lavoro’. Lo stesso presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, in merito alla liberalizzazione dei subappalti dice che 'il subappalto è il grimaldello preferito dalle mafie per entrare nei lavori pubblici'. Lo dimostrano tante inchieste giudiziarie. Come si può proporlo? E come si può proporre, addirittura, la sospensione del Codice degli appalti? Si correrebbe oggettivamente il rischio di aprire le porte alla criminalità organizzata. Le imprese non investono in Italia perché ci sono da pagare i pizzi, c'è troppa mafia, troppa ndrangheta, non certo perché ci sono troppi diritti”.
Parlando con le agenzie di stampa, Maurizio Landini ha sottolineato che “in Italia il più grande processo alla ‘ndrangheta è stato fatto a Reggio Emilia, non a Reggio Calabria, e qualcuno dovrebbe rifletterci sopra. Non è che la gente non viene qui a investire perché ci sono troppi diritti: non investe perché ci sono da pagare i pizzi, c’è troppa mafia, troppa ‘ndrangheta”. Per il segretario generale della Cgil, “Salvini dovrebbe affrontare i problemi invece di fare gazzarra, dovrebbe entrare nel merito delle questioni e cambiare le leggi sbagliate. Trovo singolare che il ministro dell’Interno dica che le leggi vanno bloccate per due anni o che servano altri condoni fiscali. Lui è quello che le leggi le fa applicare, non quello che le sospende”.
La proposta di bloccare per due anni il Codice degli appalti “è sbagliata perché il Codice va applicato. Sospendere l'applicazione di una buona legge, fatta per difendere i diritti di chi lavora e per impedire che ci sia un subappalto fatto male, al massimo ribasso, quindi con infiltrazioni malavitose come avvenuto nella storia del nostro Paese, è un grave errore”. Landini critica anche le norme del decreto sblocca cantieri: “Siamo contrari perché si torna alla logica del massimo ribasso, si liberalizza il subappalto e si torna al general contractor, tutte cose che già hanno alzato i costi degli appalti e dei subappalti, allungato i tempi, permesso infiltrazioni mafiose e reso meno sicure vita lavoratori”.