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L'Italia non è un paese per donne. La disparità di genere nello Stivale resta enorme, come testimoniano i dati dell'ultimo Gender Gap Index: siamo al 63esimo posto al mondo dopo Uganda e Zambia e appena sopra la Tanzania. Siamo 46 posizioni sotto la Spagna (17esima), 48 sotto la Francia (15esima) e ben 53 sotto la Germania (decima). La violenza di genere è poi un problema enorme: le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza in Italia sono state 20.711 nel 2021, il 3,5% in più rispetto al 2020. A fronte di questa situazione sarebbe naturale aspettarsi di vedere la questione femminile al centro dei programmi elettorali dei vari schieramenti politici. Ma è davvero così? No, almeno non per tutti.
Centrodestra
Nel programma dell'alleanza di centrodestra, formata da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia la parola “donne” compare una sola volta. Due volte invece compare la parola “madri”. La prima è inserita nel capitolo dedicato alla sicurezza, quando si richiama la necessità di “azioni incisive e urgenti per il contrasto al crescente fenomeno della violenza nei confronti delle donne”. Poi solo due accenni nel capitolo dedicato alle politiche di welfare alla “conciliazione lavoro-famiglia per madri e padri” e alla tutela del lavoro delle “giovani madri”. Stop.
Centrosinistra
Le proposte del Partito Democratico su parità di genere e contrasto alla violenza sulle donne sono contenute nel capitolo intitolato: “Un paese a misura di donne e giovani”. Il Pd scrive di voler fare del concetto di parità “il motore di politiche pubbliche che sostengono le donne, ne tutelano i diritti e abbattono gli stereotipi”. Le proposte principali sono quelle di un “piano straordinario per l’occupazione femminile”, del rafforzamento della legge sulla parità salariale (legge Gribaudo 162/2021) e dell'approvazione di una legge sulla co-genitorialità, per introdurre totale parità nei congedi di maternità e paternità. Per quanto riguarda il contrasto alla violenza di genere, si sottolinea la necessità di evitare l’affidamento dei figli ai genitori violenti e di superare “definitivamente” ogni riferimento all’a-scientifica sindrome di alienazione parentale (PAS). Spazio poi ai temi della salute riproduttiva, attraverso il rafforzamento della rete dei consultori e la piena applicazione della legge 194/1978.
Anche l'alleanza Verdi-Sinistra dedica un capitolo del suo programma alla questione femminile (“L'Italia è donna”). Come per il Pd al primo punto si trova l'adozione di un piano straordinario per l’occupazione femminile e politiche e misure efficaci per le imprese femminili. Altri punto del programma dell'alleanza sono interventi contro la disparità economica e nell’accesso alle risorse ed alle opportunità; strutturazione della sicurezza sul lavoro in considerazione delle specifiche differenze tra occupazione femminile e maschile; concreta applicazione della Convenzione ILO 190 su “contrasto alle molestie, molestie sessuali e violenze sul posto di lavoro”; riconoscimento dell’indennità di caregiver.
5 Stelle
Il paragrafo 2.8 del programma pentastellato è dedicato a “Politiche di genere e diritti civili”. Largo spazio al tema del contrasto alla violenza sulle donne e ai femminicidi (formazione specifica di tutto il personale chiamato ad interagire con le donne vittime di violenza; obbligatorietà all’uso di braccialetti elettronici; revisione dei reati esistenti per colmare i vuoti di tutela; percorsi di recupero per gli uomini maltrattanti; donne vittime di violenza tra le categorie fragili ex legge 68/1999). Si parla poi di “profondo rafforzamento dei servizi di sostegno alla genitorialità”, come gli asili nido e come le Tagesmutter (nidi famigliari), ma anche dei consultori e della medicina di genere. Estensione del congendo paterno obbligatorio, norma sul doppio cognome, abbattimento del lavoro part-time involontario ed equilibrio di genere negli organi costituzionali sono altre proposte contenute nel programma dei Cinque Stelle.
Terzo Polo
La coalizione tra Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi dedica un capitolo del suo programma alle “pari opportunità”. Si punta in particolare sulla “estensione della certificazione della parità di genere per ridurre il gender pay gap” (sulla scia di quanto introdotto con il Pnrr), sul sostegno all'imprenditoria femminile, “soprattutto in ambito innovativo” e sull'attuazione del “Family Act”, per favorire il rientro al lavoro delle donne dopo la maternità. In tema di contrasto alla violenza sulle donne, il Terzo Polo punta sull'aumento del numero dei Cav, sul rafforzamento del reddito di libertà e sull'approvazione del pacchetto anti-violenza “messo a punto dalle ministre del Governo Draghi”.
Unione Popolare
Il programma dello schieramento guidato da Luigi De Magistris non ha un capitolo specifico dedicato alla questione femminile. Tuttavia, al punto 12 del programma (“Far crescere i diritti e le libertà”) si parla di “sostegno alla piena applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza in tutto il territorio nazionale” e di “eliminazione di tutti gli ostacoli occupazionali, professionali e salariali alla piena parità di genere”. Altre proposte dell'Unione sono l'estensione del congedo di paternità sul modello spagnolo (16 settimane, di cui 6 obbligatorie) e la piena applicazione della Convenzione di Istanbul per il contrasto alla violenza di genere.