Pochi investimenti, tanti tagli e controriforme ideologicamente chirurgiche. Due anni di governo Meloni - e di ministero Valditara - ci dicono senza ombra di dubbio questo. Nonostante gli annunci e la propaganda. Per fare il punto sulla situazione critica dei settori della scuola, della ricerca e dell’università la Flc Cgil ha tenuto oggi (21 gennaio) una conferenza stampa presso la Fondazione Metes dal titolo “Investire in Istruzione e Ricerca per far ripartire il Paese”. Conferenza che è stata anche l’occasione per lanciare la campagna per il rinnovo delle Rsu, con il voto previsto il 14, 15 e 16 aprile.
L’evento ha visto la partecipazione di Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc, e Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. È stato anche presentato un dossier che raccoglie i dati di cui si è discusso.
Gianna Fracassi ha ribadito l’urgenza di un cambiamento nelle politiche governative, sottolineando che la scuola e la ricerca sono i pilastri su cui si costruisce il futuro del Paese. “Se vogliamo guardare al domani, dobbiamo partire da oggi,” ha detto Fracassi, ricordando che il progressivo definanziamento, l’inadeguatezza delle retribuzioni e il precariato sono problemi che minano il futuro di migliaia di lavoratori dell’istruzione e la qualità della didattica e della crescita per milioni di bambine e bambini e ragazze e ragazzi.
La segretaria generale della Flc ha anche posto l’accento sulle riforme in corso, in particolare quelle legate alla filiera tecnologico-professionale e alla revisione dei programmi scolastici proposte dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara: “Non possiamo accettare che la scuola venga privatizzata e riportata indietro nel tempo. Le riforme devono partire dal confronto con chi ogni giorno è in aula, a contatto con gli studenti”, ha affermato, ribadendo la necessità di un dialogo che coinvolga tutta la comunità educante.
Durante l’incontro sono stati presentati i risultati di una ricerca commissionata dalla Flc Cgil all’Istituto Tecnè, che ha indagato l’opinione dei lavoratori del settore istruzione. L’indagine ha evidenziato un forte senso di orgoglio e dedizione verso la professione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, che tuttavia si trovano ad affrontare numerose difficoltà. Tra i principali problemi emersi, figurano le retribuzioni inadeguate, l’allarmante diffusione del precariato, l’incapacità del sistema scolastico di rispondere in modo adeguato alle necessità degli studenti e la persistente carenza di fondi destinati al settore educativo.
Dalla ricerca si evince anche la fiducia del personale della scuola nel lavoro della Flc Cgil e che questa impone la responsabilità di rappresentare al meglio le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori, anche attraverso il voto per le rappresentanze sindacali unitarie che si terrà il 14-15-16 aprile 2025.
Nel suo intervento Maurizio Landini ha criticato la decisione del governo di ridurre le risorse destinate alla scuola e alla ricerca, affermando che il Paese non può ripartire se non si investe nell’istruzione e nella ricerca, settori chiave per lo sviluppo. “Non possiamo più tollerare il livello di precarietà e l’assenza di retribuzioni adeguate per chi lavora in questi settori cruciali. L’investimento nella scuola e nella ricerca è fondamentale per la crescita sociale ed economica del Paese. Ridare importanza alla conoscenza significa scegliere un modello diverso che abbia al centro il lavoro delle persone”, ha dichiarato Landini.
Infine, Alessandro Rapezzi, segretario nazionale e responsabile dell’organizzazione del sindacato della conoscenza della Cgil, ha parlato della nuova campagna di comunicazione del sindacato, sottolineando come questa parta dal basso, dai territori e dalla vicinanza con i lavoratori: “La nostra campagna non è solo comunicazione, è una mobilitazione che nasce dalle necessità e dalle voci dei lavoratori. Siamo presenti in ogni scuola, in ogni università, in ogni laboratorio di ricerca, e siamo determinati a far sì che ogni lavoratore della conoscenza abbia il giusto riconoscimento”.
“I delegati sono il cuore pulsante della Flc Cgil e noi dobbiamo stare al loro fianco per far crescere la forza collettiva che si oppone alla precarizzazione e alla disattenzione che il governo mostra verso l’istruzione”, ha concluso il sindacalista.
Insomma, la Flc Cgil si prepara a una grande mobilitazione, “consapevole che il futuro del Paese dipende dalla forza e dall’impegno di chi ogni giorno, nelle scuole e nelle università, lavora per formare le future generazioni”.