Filippo Brasacchio, delegato della Flai Cgil, abita e lavora a Crotone e in questa zona è anche impegnato come volontario della Croce Rossa e ha esperienza di accoglienza nei Cara e negli Sprar. Di fronte alla tragedia di Cutro, che si è consumata proprio su quelle spiagge che conosce così bene e che quotidianamente sono teatro di approdi difficili e naufragi disperati, Filippo ha voluto raccontare cosa è per lui l’accoglienza.
I dubbi su quanto avvenuto, su tutto ciò che non ha funzionato, la rabbia e la commozione. Filippo nei corpi senza vita dei più piccoli ha rivisto due bambini curdi, minori non accompagnati, conosciuti in un Cara nel quale prestava la sua opera: non avevano nulla, per farli distrarre gli portò due palloni, una piccola grande gioia. Quando lasciarono il Cara vollero ricambiare il gesto. Un bambino gli lasciò il peluche dal quale non si separava mai, l’altro il suo walkman. Erano le uniche cose che possedevano. Forse questa è l’accoglienza, un pallone e un peluche, scambiati in un abbraccio tra un ragazzo e un bambino.