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È bufera a Milano dopo le rivelazioni sul Pio Albergo Trivulzio e dopo le tante denunce presentate da famigliari e operatori sanitari. Al centro dell’attenzione le Rsa, le Residenze sanitarie assistite e la gestione dell’emergenza da parte delle amministrazioni locali, e in particolare la Regione. I magistrati stanno indagando sui piani pandemici, a partire dal quello elaborato dalla Regione Lombardia nel 2009, fino alle più recenti delibere e in particolare quella dell’8 marzo scorso con cui il Pirellone invitava le amministrazioni delle Rsa ad ospitare pazienti Covid-19 dimessi dagli ospedali. Ma, secondo quanto comincia ad emergere non c’è solo quella delibera regionale da chiarire. Ci sono anche i tanti problemi causati dall’assenza totale di informazioni sui presidi di sicurezza, i ritardi nella distribuzione delle protezioni per gli operatori e la mancanza di chiarezza sui protocolli interni.
“Nella gestione dell’emergenza – ci conferma Isa Guarneri, della segreteria milanese della Funzione pubblica Cgil – sono stati compiuti diversi errori. Il primo è stato sicuramente quello di non separare nettamente le Residenze assistite per anziani ‘pulite’, ovvero senza nessun caso di contagio, da quelle già contaminate o a rischio diretto di contagio. L’aver inviato pazienti in ogni tipo di struttura, anche non idonee a questo tipo di emergenze sanitarie, su indicazione del Pio Albergo Trivulzio che gestisce per la Regione il centro di smistamento dei posti letto, ha determinato un inevitabile contatto tra pazienti malati, pazienti portatori del virus, operatori. E così il virus si è potuto diffondere passando da Rsa a Rsa”. Per non diffondere ulteriormente il virus ci sono stati casi di veri e propri atti di abnegazione da parte degli operatori sanitari che giustamente sono descritti come eroi. Isa Guarneri ci racconta per esempio che ci sono state casi di Rsa e Case di cura e riposo che si sono auto isolate per non contagiare. Ma questo si è tradotto in turni massacranti fino a 12 ore per il personale.
Tutti i problemi sono nati ovviamente dalla carenza a Milano e provincia di posti letto e strutture adeguate. Con il crescere dei malati da sottoporre a terapia intensiva si è corsi ai ripari utilizzando gli spazi della Fiera. Gli amministratori hanno annunciato che ci sarebbero stati 500 posti letto a disposizione dei contagiati bisognosi di cure e interventi di emergenza. In realtà si va ancora molto a rilento e attualmente si parla di potenziali 50 posti letto. I posti reali già pronti non superano però la decina. “Si dovrà sicuramente indagare su quello che è successo – dice Michele Lo Monaco, che per la segreteria dello Spi Cgil di Milano ha la delega alla Sanità – è però chiaro che l’errore di base è stato quello di prevedere il trasporto di malati nelle strutture dove risiedono anziani già provati da varie patologie pregresse. Non c’è stata nessuna attenzione per gli anziani che si sa in queste situazioni sono i più deboli. Anche un raffreddore può diventare pericoloso”. Il livello della prevenzione e dell’attenzione si è così rivelato molto carente su vari fronti. Fino al 15 marzo, per esempio, c’è stato un via vai continuo al Pio Albergo Trivulzio mentre qualcuno ha suggerito di dividere in piani separati le Rsa con pazienti infetti. Una indicazione irrealizzabile visto che per gli operatori sociali e sanitari è inevitabile fare su e giù per gli stabili dove sono ospitati anziani.
Dalle Rsa continuano ad arrivare bollettini molto preoccupanti. Da una struttura hanno fatto sapere che nell’ultimo periodo sono morti dieci anziani. Tutti per infarto. Una versione che quantomeno suscita sospetti. L’altra questioni molto urgente che i sindacati si trovano ad affrontare, come è emerso in varie altre parti dell’Italia, riguarda gli operatori sanitari che si ammalano. A Milano oltre agli infermieri e ai medici, in prima linea ci sono i tecnici di radiologia che per forza di cose entrano in contatto con decine di persone contagiate. Dopo le denunce e in base ai riscontri diretti dei delegati nelle singole strutture, i sindacati ora ci vogliono vedere chiaro e avanzano proposte per affrontare l’emergenza. La Camera del lavoro di Milano sta lavorando in sintonia con i sindacati della Funzione pubblica e con lo Spi. QUI il comunicato unitario di Cgil, Cisl, Uil confederali e di categoria.